Il numero uno dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, ha rilasciato una interessante intervista nelle ultime ore ai microfoni de Il Mattino, per parlare delle scosse di terremoto Campi Flegrei. Negli scorsi giorni l’Ingv ha registrato l’evento tellurico più importante mai avvenuto prima, quello delle ore 1:25 della notte del 13 marzo con una magnitudo di ben 4.6 gradi sulla scala Richter. Inizialmente il sisma era stato classificato come M 4.4, magnitudo che avrebbe equiparato il terremoto Campi Flegrei del 20 maggio dell’anno scorso, ma in seguito i calcoli sono stati rivisti per eccesso.
Di Vito ha spiegato che solitamente, quando si verifica un terremoto, si emette un comunicato entro i cinque minuti dal sisma, dopo di che, nei successivi 30 minuti, si rianalizza il terremoto ed eventualmente si corregge la magnitudo. A quel punto i dati vengono successivamente rivisti per una seconda volta nei giorni successivi, “entro la settimana” specifica l’esperto, e per il caso della scossa del 13 marzo si è arrivati a rivedere la magnitudo a 4.6 gradi.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, DI VITO: “IL SISMA DEL 13 MARZO…”
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano ha specificato che quella notte si sono verificati due eventi sismici “uno dopo l’altro”, e praticamente indistinguibili fra loro, la cui magnitudo è stata pari appunto a 4.6 gradi, divenendo quindi quello “con maggiore energia degli ultimi 40 anni”. L’esperto ha poi sottolineato che il sisma in questione è stato quello che aveva i “parametri più alti di sempre” in quanto ad accelerazione, ma questo aspetto era stato già notato alla prima rilevazione.
In merito al fastidioso fenomeno del bradisismo, quello del sollevamento del suolo, Di Vito ha confermato ovviamente i numeri del recente report, secondo cui il suolo si sta sollevando con una media di tre centimetri al mese, di conseguenza “ci sarà altra sismicità”, anche se ovviamente non si può sapere quando e soprattutto quale sarà la prossima magnitudo.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: UN PROBLEMA SENZA SOLUZIONE
Una situazione quindi sotto controllo, anche perchè Di Vito, ci tiene a precisare, i parametri geochimici non risultano variati, certo è che la caldera si è tutt’altro che addormentata. Rispetto a quanto si pensava (e soprattutto si sperava) nell’autunno del 2024, la zona dei Campi Flegrei è tutt’altro che in stand by e con l’avvento del nuovo anno sono ricominciate le scosse di terremoto in serie, e con esse è tornata la paura e la tensione fra la popolazione locale, ormai esasperata dai continui movimenti tellurici e dalle notti in bianco a causa dei boati, dei tremori e della paura che possa crollare tutto.
Il problema in tutto questo è che non vi è una soluzione se non quella di controllare, come già si sta facendo, tutti gli edifici, evacuare quelli a rischio e sistemarli, di modo da renderli resistenti ad una eventuale scossa di terremoto che sia di magnitudo 5.0, quella che secondo gli esperti dovrebbe essere la più forte in zona, e ci stiamo maledettamente avvicinando…