Nella giornata di ieri, il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, è stato audito presso la Commissione Ambiente in Senato, facendo il punto sulle scosse di terremoto Campi Flegrei. Il prefetto ha lanciato un allarme, precisando che si continua a costruire attorno alle vie di fuga individuate per una possibile evacuazione di massa, nel caso di un evento sismico disastroso o, peggio ancora, di un’eruzione.
È facile intuire quanto sia un errore costruire nuovi edifici in una zona ad altissimo rischio sismico, dove poco più di una settimana fa si è verificata una scossa di magnitudo 4.4 sulla scala Richter, la seconda più forte degli ultimi 40 anni, dopo quella di magnitudo 4.6 del 13 marzo 2025. Ciciliano è intervenuto per discutere del nuovo disegno di legge riguardante le scosse sismiche nei Campi Flegrei (oltre che delle alluvioni verificatesi negli ultimi mesi in altre regioni), precisando che gli sgomberi sono proseguiti anche negli ultimi giorni: precisamente, si sono registrate quattro evacuazioni dopo i movimenti tellurici del 13-15 maggio, oltre a circa sessanta sopralluoghi da parte dei vigili del fuoco per controllare lo stato delle abitazioni.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, CICILIANO: “IL MONITORAGGIO E’ COSTANTE”
“Il monitoraggio è costante” – ha precisato il capo della Protezione Civile – anche perché le scosse e il fenomeno del bradisismo, ad esse collegate, non si interromperanno mai. Continueranno, soprattutto in questa fase, come hanno confermato numerosi esperti. L’allarme lanciato da Ciciliano è importante e non va sottovalutato: “Le vie di fuga stanno perdendo la loro connotazione originaria” – ha spiegato, riferendosi alle nuove costruzioni presenti proprio su quelle vie, che potrebbero compromettere la riuscita di una futura evacuazione.
Costruire nuove strutture all’interno della zona rossa dei Campi Flegrei può infatti rappresentare un pericolo per la sicurezza delle migliaia di cittadini presenti. Se dovesse rendersi necessaria un’evacuazione di massa (speriamo mai), è inevitabile che si generi panico generale, e non sarà semplice seguire le indicazioni delle autorità. Se a questa confusione si dovessero sommare ostacoli fisici lungo le vie di fuga, come edifici non previsti, le conseguenze potrebbero essere gravi.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: I NUMERI DEGLI INTERVENTI
Per Ciciliano è quindi necessaria una gestione preventiva del rischio geologico, tenendo conto delle criticità urbanistiche esistenti. Un appello forte, che si spera non cada nel vuoto. Il capo della Protezione Civile ha inoltre ricordato che l’anno scorso ci sono stati 900 sfollati, con oltre 300 edifici controllati e più di 1.000 sopralluoghi effettuati: una macchina organizzativa complessa, che comporta tempi lunghi e risorse economiche importanti. Anche in assenza di scosse forti, come quelle del 13 marzo o del 20 maggio 2024 (entrambe di magnitudo 4.4), i controlli continuano, poiché gli edifici sono soggetti a continue vibrazioni, che alla lunga ne compromettono la stabilità, soprattutto se non sono a norma.
L’ultimo evento sismico è stato registrato ieri sera alle ore 18:17: una scossa fortunatamente lieve, di magnitudo 1.0, localizzata sempre nell’area dei Campi Flegrei. Nessun danno, e la scossa non è stata percepita dalla popolazione. La speranza è che questa calma possa durare il più a lungo possibile. Vedremo come evolverà la situazione nei prossimi giorni, sperando che gli eventi sismici superiori alla magnitudo 4.0 possano essere solo un brutto ricordo. Non va infatti dimenticato che la popolazione ha vissuto l’inizio di questo 2025 in forte tensione (dopo una prima metà di 2024 altrettanto tesa) a causa dei numerosi sciami sismici, durati anche 24 ore, nonchè degli eventi tellurici che, come scritto più volte sopra, sono stati decisamente gravosi. Non va inoltre dimenticato che le scosse di terremoto Campi Flegrei sono per lo più superficiali, con profondità molto leggere, di conseguenza tale situazione non fa altro che amplificare gli effetti, anche se alla fine parliamo di eventi sismici a volte anche inferiori alla magnitudo 2.0.