I terroristi cercheranno di manipolare i minori sul web. È questo, come riportato da Euractiv, l’allarme lanciato nelle scorse ore dalla Presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue con un documento sulla questione. È emerso, secondo l’analisi realizzata dagli esperti, che i giovani europei potrebbero essere particolarmente vulnerabili di fronte a questa crescente minaccia.
Il documento, nel dettaglio, si concentra sullo “stato di avanzamento e sui prossimi passi” del terrorismo per quel che concerne la radicalizzazione dei minori online. Entrambi i soggetti coinvolti, infatti, sono sempre più presenti in rete. È per questo motivo che uno degli obiettivi delle organizzazioni è quello di “progettare le loro strategie di comunicazione per attirare un pubblico più giovane”, sfruttando proprio questo mezzo che richiede pochi sforzi. La Presidenza spagnola, di conseguenza, ritiene che “è necessario avere una comprensione accurata e aggiornata del problema, coinvolgere gli attori pertinenti e adottare le giuste strategie e strumenti per prevenire e rispondere in modo rapido ed efficace a questa minaccia”.
Terroristi manipolano i minori sul web: il documento dell’Ue evidenzia chi è più a rischio
La Presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue, nel mettere in luce la possibilità che i terroristi manipolino i minori sul web, ha anche evidenziato quali sono i soggetti più a rischio: per il 70% si tratta di maschi e per la metà di persone che non hanno precedenti penali. Le caratteristiche comuni includono problemi psicologici e di socializzazione nella vita quotidiana. Le piattaforme su cui potrebbero incontrare gli estremisti sono numerose: da TikTok alle piattaforme di gioco online, sebbene le società si stiano attrezzando per moderare i contenuti.
Gli autori del documento, in tal senso, ritengono che siano necessarie delle politiche nazionali pertinenti, oltre ad un aumento della “conoscenza della prevenzione digitale” da parte delle persone coinvolte, “dal punto di vista della sicurezza e dal punto di vista sociale”. Infine, “sarebbe consigliabile raggiungere un consenso all’interno dell’Unione europea sulla delimitazione dei contenuti considerati legali ma dannosi”.