Si infittisce la vicenda degli abusi sessuali ai danni di minori all’interno della chiesa cristiana segreta chiamata in modo ufficioso The Truth. Una vicenda che sembra aver coinvolto oltre mille vittime, abusate da esponenti dell’istituzione ecclesiastica tra gli anni ’80 ed oggi, resa nota dalla BBC che, tampinando uno dei presunti abusatori, è riuscita per la prima volta a fargli ammettere ufficialmente l’accaduto.
La vicenda legata a The Truth, così come la stessa chiesa segreta, è circondata da un alone di mistero e ruota tutta attorno ad una hotline telefonica che è stata istituita proprio per raccogliere le denunce di abusi e che sarebbe stata contattata, appunto, da più di 1.000 persone. Complessivamente, le denunce ruotano attorno a circa 700 esponenti o ex esponenti della chiesa, che opera su 21 paesi diversi. Lo scopo della hotline è proprio quello di raccogliere le storie di abusi sui minori all’interno di The Truth, per poi creare un elenco e presentarlo alle autorità, nella speranza che sia fatta giustizia su vicende in parte ben note già a partire dagli anni ’80.
I primi abusi noti all’interno di The Truth
Inutile sottolineare come tutti gli esponenti di The Truth nel corso degli anni abbiano sempre fermamente negato le accuse di abusi sui minori, mentre da lettere recentemente scoperte sembra che la vicenda fosse già nota a partire dal 1986. Quell’anno, infatti, un ex membro, Steve Rohs, confessò al suo sorvegliante di aver abusato di una ragazzina 17enne. Venne spinto a scusarsi, ma non si prese alcun provvedimento, tanto che nel 1994 divenne anche membro anziano della chiesa.
Una seconda, timidissima ed ovviamente riservata, ammissione degli abusi all’interno di The Truth si ebbe nel 2022, dopo la morte di Dean Bruer, tra i leader più rispettati dell’istituzione. In una lettera, infatti, il suo successore (per circostanze mai chiarite e rivolgendosi ad ignoti) scrisse chiaramente che Bruer aveva una lunga storia di “stupri e abusi su vittime minorenni“. La hotline da quel momento esplose, raccogliendo le denunce che ora stanno venendo progressivamente a galla e che contribuiranno ad alimentare un’ampia causa contro i vertici di The Truth, seppur non si vi siano degli effettivi ‘leader’ propriamente intesi, ma solo dei supervisori regionali.
La storia di Michael Havet
Tra le tante storie di abusi su minori mosse contro The Truth, quella presentata da Michael Havet (oggi 54enne) avrebbe ottenuto particolare risalto. Secondo il racconto fatto da Havet, quanto aveva 12 anni subì abusi da Robert Corfield, che aveva il grado di ministro all’interno della chiesa del Saskatchewan, in Canada. “La gente”, ricorda, “mi chiamava ‘il piccolo compagno di Bob‘. Mi sentivo sporco e mi sento ancora sporco”.
Gli abusi da parte del ministro di The Truth ai danni di Haver, racconta, avvennero negli anni ’80 ed era consuetudine di Corfield, dopo la violenza sessuale, costringere il 12enne a pregare con lui. Ricorda che raccontò tutto a Dale Shultz, leader anziano a Saskatchewan, il quale invece che rivolgersi alla polizia “mi ha afferrato per le spalle urlando contro di me, sbattendomi la testa contro un pilastro di cemento, spaccandolo e facendolo sanguinare”, per poi spingerlo a lasciare la chiesa di The Truth. Interrogato dalla BBC, infine, Corfield ha riconosciuto che il racconto di Haver “è vero” e sottolineando di star “facendo un elenco delle vittime” per fare ammenda per le sue azioni. Shultz, invece, ha negato tutto, sostenendo che “la informazioni sono distorte e inaccurate”.