Josip Broz, conosciuto come Tito, è stato un politico e militare jugoslavo, che aderì molto presto all’ideologia comunista, frequentando l’Unione Sovietica. Nel corso della seconda guerra mondiale forgiò ancor di più il suo pensiero, conducendo una guerra partigiana contro l’occupazione delle forze dell’Asse, diventando presidente della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel 1953. Prima ancora, però, Tito venne arruolato nel corso della prima guerra mondiale nell’esercito imperiale austro-ungarico: nel corso della Grande Guerra, seppur giovanissimo, distinse per via del suo lavoro, diventando il più giovane sergente maggiore che poteva fregiarsi di questo titolo.
Proprio durante la guerra venne più volte arrestato in Russia: dopo varie peripezie, nella primavera del 1918 chiese di poter entrare a far parte del Partito Comunista Russo, venendo accettato. Nel 1920 si spese per fondare in patria il Partito Comunista al quale si era avvicinato un paio di anni prima in Russia: tale partito venne dichiarato illegale dal Re ma Tito proseguì così la sua attività in clandestinità. Cominciò negli anni seguenti anche un’attività da rappresentante sindacale, avvicinandosi agli interessi e alle necessità dei lavoratori. Nel 1934 Josip Broz assunse il nome di Tito dopo essere diventato membro del KPJ.
Tito, personaggio reale: chi era? La morte nel 1980
Durante la seconda guerra mondiale, Tito guidò un gruppo di resistenza partigiana comunista, diventando il leader del Comitato antifascista di liberazione nazionale della Jugoslavia. Al termine del conflitto vinse le elezioni del 1945, secondo molti controllate, ottenendo la maggioranza assoluta e diventando Primo ministro e ministro degli Esteri. In questi anni cominciarono le deportazioni delle popolazioni etnicamente tedesche, che vennero considerate collaborazioniste del Terzo Reich.
E ancora furono tanti gli italiani costretti a lasciare la Venezia Giulia e la Dalmazia perché considerati collaborazionisti con gli invasori italiani. Tito si rese anche autore dei massacri delle foibe che videro numerosi eccidi ai danni di militari e italiani giudicati sommariamente come fascisti. Tito morì nel 1980, pochi giorni prima del suo 88esimo compleanno.