Stanza del buco e aree “chill out”, doppia svolta vicina a Torino. Per la prima è arrivato il via libera del Comune di Torino, con la soddisfazione dell’assessore alle Politiche Sociali, Salute e Pari opportunità. “Credo che la stanza del consumo consapevole possa risolvere due problemi reali”, l’analisi di Rosatelli: “Tutelare chi consuma da un punto di vista di assistenza e sanitario, eliminando al contempo il consumo all’area aperto sulla pista ciclabile che gira attorno all’ospedale. Si ridurrebbe così un impatto sociale, permettendo ai cittadini di fruire pienamente di una parte di città. Lavoreremo con l’Asl per dare corso al progetto. L’impulso che è arrivato dal Consiglio mi trova d’accordo”, le sue parole riportate da Repubblica.
Il documento è stato approvato dalla Sala Rossa a dicembre con primo firmatario l’esponente del Partito Democratico Claudio Cerrato. C’è grande fiducia sui possibili effetti positivi nel sostegno ai tossicodipendenti: s’è infatti detto convinto che “un luogo protetto a bassa soglia si possa e si debba sperimentare, in collaborazione con il servizio Drop-In dell’Asl Città di Torino che già esiste”.
Le novità a Torino
Le stanze del buco ma non solo. L’assessore del Comune di Torino è pronto a sperimentare le cosiddette aree “chill-out”. Entrando nel dettaglio, parliamo di stanze di decompressione dove le persone possono rilassarsi dopo aver assunto droga o alcol. Così da tornare in uno stato di normalità grazie anche all’aiuto dei sanitari, senza dimenticare la possibilità di ricevere informazioni sugli effetti delle sostanze stupefacenti. Rosatelli ha rimarcato sul punto: “Hanno fatto una sperimentazione a Firenze, i risultati sono molto positivi. Vorrei provare a Torino nelle zone della movida a importare il progetto “. Una strategia ben precisa e ben delineata per combattere la piaga della droga, che va ad aggiungersi ad altri progetti già messi a terra. A partire dal bus Kangoo, servizio di assistenza mobile per tossicodipendenti. Il comune di Torino attende che la Regione rifinanzi il servizio: “Si tratta di un progetto che fa parte dei Lea, attendiamo che la Regione lo rifinanzi, come altri interventi come il progetto Neutravel di riduzione del danno e riduzione dei rischi. L’auspicio è che ciò avvenga in fretta”.