L’ACCELERATA TRUMP-PUTIN: GUERRA PRONTA A FERMARSI? L’ARRIVO DI WITKOFF A MOSCA
Sebbene l’Europa e il Presidente Zelensky per il momento rifiutino ogni potenziale concessione di territori a Putin, le trattative USA-Russia proseguono e potrebbero arrivare entro il 30 aprile (ovvero i primi 100 giorni di presidenza Trump, traguardo che il tycoon vorrebbe celebrare con l’annuncio storico) ad un effettiva tregua per la guerra in Ucraina. I negoziati di pace sono ancora complessi da convocare ma l’accelerata data nelle ultime giornate da Washington verso Mosca – specie con il duro messaggio rivolto a Putin ieri all’ennesimo attacco missilistico contro le città ucraine – sembra aver convinto il Cremlino ad un passo decisivo.
«La Russia è pronta a chiudere un accordo sulla risoluzione del conflitto in Ucraina»: così il Ministro degli Esteri di Putin, Sergei Lavrov, intervistato dalla CBS alla vigilia dei funerali di Papa Francesco dove una piccola delegazione del Governo russo è attesa a Roma. Dopo che Trump aveva intimato Putin a fermare definitiva la guerra, il Ministro capo della diplomazia del Cremlino ritiene che vi siano ormai i prodromi per un accordo, anche se alcuni elementi «devono ancora essere perfezionati».
In quella frase può esserci letto un’intera distanza ancora tra Kiev e Mosca, specie sui territori da negoziare, ma secondo Lavrov resta dirimente la trattativa con gli Stati Uniti: «Trump è l’unico ad ammettere di affrontare le cause profonde della crisi in Ucraina».
Sebbene Putin ancora ritenga che gli attacchi in Ucraina siano solo contro obiettivi militari (con le vittime che purtroppo crescono settimana dopo settimana, ndr), la Russia è pronta ad un accordo e per questo oggi a Mosca è attesa la nuova missione dell’inviato americano Witkoff: secondo le agenzie russe il diplomatico di Trump sarebbe già arrivato al Cremlino per le nuove trattative bilaterali tra Mosca e gli USA, con possibili novità importanti da annunciare forse già nelle prossime ore.
SINDACO KIEV SMENTISCE ZELENSKY: “PER LA PACE DOVREMMO CEDERE TERRITORI ALLA RUSSIA”
Sebbene al momento ancora non sia stato programmato un vertice tra Vladimir Putin e Donald Trump in Arabia Saudita, l’interlocuzione sull’asse Casa Bianca-Cremlino è più attiva che mai e la sensazione è che le offerte fatte da Mosca su Crimea e neutralità di Kiev – assieme allo sbocco da lasciare a Kiev sul Mar Nero richiesto dagli USA – potrebbero essere davvero alla base dei negoziati di pace in avvicinamento.
Il piano di Trump discusso da Putin e Zelensky in questi giorni è complesso e articolato ma le aperture del Cremlino in tal senso fanno sperare che la cessazione delle ostilità possa realmente avvenire nelle prossime settimane, sebbene l’incidente e gli ostacoli possono essere sempre dietro l’angolo. «Credo che Putin e Zelensky vogliono la pace ma devono venire al tavolo dei negoziati», ha detto Donald Trump prima di partire per l’Italia dove domani presenzierà ai funerali del Papa, annunciando anche l’incontro importante con diversi leader mondiali.
A smuovere l’opinione pubblica in Ucraina dopo la sfiducia di Zelensky verso l’evoluzione delle trattative tra Usa e Russia è il sindaco di Kiev, l’ex pugile Vitali Klitschko: in una intervista alla BBC l’ex campione dei pesi massimi – considerato tra i potenziali candidati contro il Presidente ucraino alle prossime Elezioni (ancora congelate) – ha ammesso che il suo Paese deve iniziare a ragionare su alcune concessioni di territori per poter fermare finalmente la guerra.
«E’ ingiusto», spiega Klitschko, ma per ottenere la pace, una pace temporanea, «forse è una soluzione, temporanea e dolorosa, ma necessaria». Una vera occupazione russa non sarà mai accettata, ha poi aggiunto il sindaco di Kiev, facendo però intendere che per far partire i negoziati di pace alcune scelte dolorose Zelensky dovrebbe essere pronto ad accettarle.
