Con l’imminente entrata in vigore del trattato OMS che definirebbe i poteri dell’Organizzazione in caso di future pandemie simili a quella da Covid, si intensificano le voci da parte dei ministri britannici che chiedono al governo di astenersi dall’approvarlo per evitare di aumentare smisuratamente i poteri dell’OMS rispetto alla sovranità nazionale dei singoli stati che ne fanno parte: un appello certamente non nuovo – al punto che ve ne avevamo già parlato addirittura lo scorso maggio -, ma che diventa sempre più importante con l’avvicinarsi della data del 19 luglio in cui gli stati membri saranno chiamati a scegliere se approvare o meno il nuovo trattato OMS.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene precisare che rispetto alle prima bozze del trattato OMS in cui si concedeva all’Organizzazione la possibilità di imporre lockdown e misure restrittive a fronte di una potenziale minaccia pandemica, il testo che verrà votato a luglio parla solamente di “consigli” che verrebbero forniti da un non meglio precisato comitato di esperti internazionali: gli stati membri potrebbero – insomma – liberamente scegliere se applicare o meno i consigli; ma pur trattandosi di una versione più ‘soft’ del testo, secondo i critici britannici non cambiano i potenziali rischi derivanti dall’approvazione del trattato.
Suella Braverman: “Ecco perché il nuovo trattato OMS sarebbe un pericolo per la democrazia inglese e mondiale”
La principale critica mossa dai ministri inglesi al trattato OMS è legata alla scarsa trasparenza dimostrata dall’Organizzazione nella gestione del Covid, delle sue conseguenze e – soprattutto – delle sue origini: a sintetizzare la posizione dei critici del trattato OMS ci ha pensato l’ex ministro degli Interni britannico Suella Braverman sulle pagine del Telegraph, ricordando quando emersero le prime voci sul Covid “l’OMS non ha agito con l’urgenza o l’indipendenza che ci si [aspettava]”, diventando megafono della “propaganda cinese” che parlava dell’assenza di “prove di trasmissione da uomo a uomo” anche se nel frattempo le “autorità taiwanesi [avevano] già lanciato l’allarme”.
Non solo, perché in quello stesso periodo il direttore generale dell’OMS “ha elogiato la trasparenza della Cina” ed ora che si fanno sempre più solide le prove sulla “fuga dal laboratorio di Wuhan” del Covid “l’indagine da parte dell’OMS” continua a tardare senza alcuna reale ragione o spiegazione: in tal senso – dunque – secondo Braverman è chiaro che il trattato OMS diventerebbe solo un’altra occasione per far valere gli “interessi politici” di realtà come la Cina – che, ricorda, ha sostenuto a gran voce l’elezione di Ghebreyesus a direttore dell’Organizzazione – mascherandoli dietro alle tutele della “salute pubblica”.
Quello che accadrebbe approvando il trattato OMS – sempre secondo Braverman – è che si darebbe ulteriore peso alla già “strisciante usurpazione dei (..) diritti democratici” e anche se non nega che “la riforma [dell’OMS] sia necessaria”, precisa anche che deve partire dalla spogliazione “delle sue pretese ideologiche” per tornare a servire in modo reale “la salute globale”: se l’obiettivo non fosse raggiunto, l’ex ministra suggerisce addirittura al governo britannico di “creare una nuova coalizione sanitaria più snella e trasparente (..) con Stati Uniti, Canada e Australia”, abbandonato l’OMS e le sue “influenze commerciali”.