C’era anche l’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, fra gli obiettivi del finto Guido Crosetto, ministro della difesa. Quest’ultimo è ovviamente e totalmente estraneo ai fatti ma la sua voce è stata “ricostruita” tramite un software di intelligenza artificiale che ha appunto fatto cadere in un tranello diverse persone, e che avrebbe mirato anche al sopracitato Massimo Moratti, ma anche a Giorgio Armani, lo stilista numero uno al mondo, così come al presidente Pirelli Marco Tronchetti Provera, quindi a Diego Della valle, ad di Tod’s, ma anche a Patrizio Bertelli, compagno di Miuccia Prada, e infine alle famiglie Caltagirone, Beretta e Aleotti, che fortunatamente non ci sono cascati.
Un gruppo di truffatori, come riferisce il Corriere della Sera, ha preso di mira alcune delle famiglie più importanti non solo di Milano ma dell’intera imprenditoria italiana, con dei ricavi decisamente importanti. Stando a quanto scrive il quotidiano di via Solferino, infatti, solamente uno ha fino ad oggi denunciato, truffato per quasi un milione di euro, e nelle prossime ore dovrebbero arrivare altre due segnalazioni formali ai carabinieri. Ma come funzionava la truffa? Le vittime venivano chiamate al telefono pensando che a parlare fosse una persona dello staff del ministro Crosetto; dopo di che parlava lo stesso ministro in persona (ovviamente era un fake, voce rifatta tramite intelligenza artificiale), e spesso e volentieri vi era anche la presenza di un generale e di un funzionario denominato Montalbano.
TRUFFA DEL FINTO CROSETTO: COME AVVENIVA IL RAGGIRO
Durante la chiamata i truffatori chiedevano un bonifico importante su un conto di Hong Kong con l’obiettivo di pagare un riscatto per liberare dei giornalisti italiani che sarebbero stati presi in ostaggio, circostante ovviamente non vere. In seguito si prometteva che quello stesso bonifico sarebbe stato rimborsato dalla Banca d’Italia e un paio di contattati ci sarebbero cascati, versando quanto richiesto.
A svelare la truffa è stato il vero Crosetto che è stato contattato da un amico “Un grande imprenditore”, che gli ha detto di essere stato a sua volta contattato dalla sua segreteria. In seguito un’altra segnalazione, e da lì è scattata la denuncia. “Sembrava tutto vero”, ha raccontato Massimo Moratti a Repubblica, che fortunatamente non ci è cascato: è stata aperta una indagine, vedremo come finirà.