Il Segretario al Tesoro USA Bessent spiga il piano economico di Trump: dai dazi al fisco, passando per la deregolamentazione a beneficio del ceto medio
Superati i primi cento giorno dell’Amministrazione Trump, il Segretario del Tesoro Scott Bessent è intervenuto sulle pagine del Wall Street Journal (riprese da Milano Finanza) per spiegare nel dettaglio quello che è il reale piano economico dell’attuale presidente messo in campo fin dal primo giorno alla Casa Bianca con gli ormai noti dazi imposti alle altre nazioni e che darà i suoi frutti – promette il Segretario – già dal secondo semestre di quest’anno: un piano economico che mira soprattutto a migliorare le condizioni del ceto medio alleggerendo il peso fiscale che grava sulle loro spalle; ma che guarda anche – e soprattutto – alla reindustrializzazione che farà bene all’intera nazione.
Il concetto per Bessent è che Trump vorrebbe “garantire che le famiglie dei lavoratori non vengano lasciate indietro nella prossima era di crescita economica”, inaugurando “il decennio più prospero della storia americana” mettendo in primissimo piano la “classe operaia”: un piano certamente ambizioso e che si dividerà in tre differenti fasi operative già avviate con la rigenerazione del “commercio globale“, che passeranno attraverso “nuove priorità fiscali” per arrivare ad una vera e propria “deregolamentazione” dell’economia.
Il piano economico di Trump spiegato dal Segretario al Tesoro Bessent: “Commercio globale, ceto medio e deregolamentazione”
Entrando nel dettaglio dei piano economico di Trump, il Segretario Bessent parte – ovviamente – dal commercio globale, spiegando che grazie ai dazi verranno ridotte “le barriere commerciali”, facendo sì che le imprese possano aprirsi a “più mercati” e al contempo aumentare l’occupazione del “settore manifatturiero” grazie al “reshoring” delle imprese che si erano trasferite all’estero – soprattutto in Cina – per cercare costi produttivi minori; il tutto senza dimenticare che per il sistema Paese i dazi possono anche “generare entrare sostanziali“.
In secondo luogo, il piano economico partirà dal “rendere permanente il Tax Cuts and Jobs Act del 2017″ a beneficio di “lavoratori e piccole imprese” che vedranno crescere il loro reddito maggiormente della fetta più ricca della popolazione; unitamente ad una serie di “riforme fiscali” che partiranno dal ripristino del “100% della spesa per le attrezzature” estendendolo anche alla “costruzione di nuove fabbriche“, arrivando fino a vere e proprie agevolazioni sui “prestiti auto” per quelle “prodotte negli Stati Uniti”.
Infine, l’ultimo punto che toccherà Trump è la “deregolamentazione” dell’economia per permettere agli USA di “tornare a costruire” senza limiti imposti da “normative dannose”, aumentando così “l’occupazione e i salari”; mentre al contempo si migliorerà anche “l’accesso al capitale” per le famiglie riducendo gli “oneri di conformità indebiti” per le banche e arrivando fino al “predominio energetico” che secondo Bessent è fondamentale per deregolamentare.