Il 23 aprile 2025 Donald Trump ha firmato una serie di sette ordini esecutivi destinati a rivoluzionare il sistema educativo degli Stati Uniti, finalizzati a rimodellare lo scenario delle scuole K-12 e dell’istruzione superiore, puntando su valori conservatori e riduzione di programmi ritenuti ideologici come quelli relativi alla diversità, equità e inclusione (DEI).
La riforma proposta vuole promuovere la meritocrazia, di ridurre l’influenza di approcci pedagogici percepiti come politicamente schierati e di migliorare la preparazione degli studenti attraverso l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei percorsi scolastici: le scuole K-12 (che vanno dalla materna fino alla scuola superiore) dovranno rivedere le proprie politiche disciplinari – in particolare quelle che riguardano le disparità razziali – e con l’annullamento delle politiche introdotte durante l’amministrazione Obama-Biden, Trump punta a eliminare le linee guida che favorivano la riduzione delle espulsioni per motivi razziali ritenendole troppo permissive.
Le nuove disposizioni impongono alle scuole di adottare politiche disciplinari più rigide che si basano su comportamenti oggettivi piuttosto che su criteri razziali e inoltre, le scuole dovranno certificare la loro adesione alla meritocrazia, allontanandosi da iniziative basate su criteri come la razza o il genere; le istituzioni che non rispetteranno queste linee guida rischiano la perdita di fondi federali con un termine di dieci giorni per adeguarsi alle nuove disposizioni.
La riforma scolastica di Trump, tra intelligenza artificiale e trasparenza sui finanziamenti esteri
Il secondo obiettivo della riforma voluta da Trump riguarda l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei programmi scolastici K-12: il Presidente ha annunciato una serie di misure per migliorare la preparazione degli studenti, adattandoli a un mercato del lavoro sempre più influenzato dall’innovazione tecnologica.
Il piano prevede investimenti nella formazione degli insegnanti e partnership con il settore privato per sviluppare progetti che incorporano l’intelligenza artificiale nei percorsi scolastici e anche se l’iniziativa è stata accolta con entusiasmo, restano molti i dubbi sulle modalità di attuazione e il finanziamento: oltre all’IA, la riforma vuole garantire maggiore trasparenza sui finanziamenti esteri che arrivano a università e college.
Secondo l’amministrazione Trump, la gestione di questi fondi è stata opaca e potrebbe compromettere la sicurezza nazionale, oltre che compromettere l’integrità accademica: la nuova legge vuole applicare rigorosamente la Sezione 117 dell’Higher Education Act che obbliga le istituzioni ad esporre pubblicamente donazioni e contratti esteri superiori a 250.000 dollari.
La Casa Bianca ha infatti sollevato preoccupazioni sull’influenza di potenze straniere sui finanziamenti alle università, descrivendo questi flussi come un “buco nero” ma nonostante le intenzioni, la riforma ha già incontrato le resistenze legali: alcuni giudici federali hanno bloccato l’applicazione di disposizioni che minacciavano di ridurre i fondi alle scuole pubbliche se non si fosse posto fine ai programmi DEI. Il futuro della riforma scolastica di Trump, dunque, dipenderà molto dalle sfide legali che la amministrazione dovrà affrontare nei prossimi mesi.