COSA SAPPIAMO DELL’UFFICIO DELLA FEDE DI TRUMP (OLTRE LA FOTO DISCUSSA DELL’ULTIMA CENA)
Dopo che all’ultimo National Prayer Breakfast di Washington è stata annunciata dal Presidente Trump l’istituzione dell’Ufficio della Fede non molti avevano ancora ben chiaro quale fosse l’obiettivo di un fantomatico ente interno alla Casa Bianca per combattere le politiche anti-cristiane nei vari Stati federali. Il tema è poi corso di polemica in polemica, fino a che lo stesso canale social ufficiale della White House ha pubblicato nel scorse ore una foto molto particolare – subito ridenominata come una novella “Ultima Cena” – con Donald Trump nel mezzo e tutto il parterre intento ad indicarlo quasi protendendosi verso di lui.
Ora, al di là della spesso discutibile resa scenica comunicativa americana, con questo “meme” subito divenuto virale la Presidenza Usa ha voluto rendere ufficiale l’istituzione del nuovo ente cristiano a seguito dell’elettorato MAGA che così in larga maggioranza lo ha premiato alle ultime Elezioni: con la firma di un nuovo ordine esecutivo, nasce l’Ufficio della Fede sotto la guida della predicatrice Paula White, pastore controverso e consulente spirituale del Presidente ormai da anni. Nell’annuncio dato sui social, il tycoon cita la Bibbia nel richiamo al farsi “operatori di pace”. L’eredità di Trump – come evidenziato dai suoi sforzi, seppure ancora “acerbi”, sui negoziati in Medio Oriente e Ucraina – vuole essere quello di un «pacificatore e unificatore».
L’Ufficio della Fede in questo “‘c’azzecca” per il riferimento biblico e il contesto cristiano in cui Trump ha voluto fin dalla campagna elettorale, sopratutto dopo lo scampato attentato a Butler la scorsa estate, inserire il suo ritorno alla Casa Bianca: nella rivoluzione del “buon senso”, contro le politiche progressiste di Biden specie in campo etico (LGBT, eutanasia, aborto etc.), dicendosi al “servizio di Dio” per riportare la pace negli Stati Uniti. La Provvidenza che per pochi centimetri ha evitato la morte nell’attentato in Pennsylvania viene considerata in maniera ora centrale dal Presidente Trump che rivendica di essere stato salvato da Dio «per poter ora salvare l’America», Da qui la volontà di lanciare il “Faith Office”, assieme alla task force del procuratore Bondi che servirà a contrastare la persecuzione delle libertà cristiane in alcuni Stati federali.
“As the Bible says, ‘Blessed are the peacemakers.’ And in that end, I hope my greatest legacy when it’s all finished, will be known as a peacemaker and a unifier.” —President Donald J. Trump pic.twitter.com/ArXe38r1EY
— The White House (@WhiteHouse) February 8, 2025
LA DISCUSSA PREDICATRICE DELL’UFFICIO DELLA FEDE NEL PIÙ VASTO RAPPORTO TRA CRISTIANI E PRESIDENZA TRUMP
L’aver affidato il ruolo centrale della vicepresidenza ad un cattolico molto carismatico come J.D. Vance ha poi acuito l’impronta “conservatrice” e “pro-cristiana” di questa seconda Presidenza Trump: resta però da capire quali saranno le direttive e gli obiettivi di questo nuovo Ufficio della Fede, specie vedendo la persona indicata come direttrice esclusiva, ovvero la predicatrice Paula White. Sebbene già dagli ambienti Dem piovono accuse per un presunto attacco al principio di separazione tra Chiesa e Stato (garantita dalla Costituzione), è il passato della consulente spirituale di Trump ad impensierire anche gli stessi ambienti cristiani e conservatori.
White – che nella foto simil “Ultima Cena” è vestita di bianco alla desta del Presidente Usa – è fervente responsabile della teologia della prosperità, ovvero la tesi secondo cui Dio arriva a premiare con salute e soprattutto ricchezza chi ha più fede. Accusata di eresia cristiana, e discussa per aver spesso richiesto offerte per la propria congregazione, Paula White ritiene Trump l’unico Presidente in grado di riportare il cristianesimo all’interno della società civile e pubblica. Al netto però delle controverse e discutibili dichiarazioni della direttrice di questo Ufficio della Fede, sono le considerazioni degli elettori e di parte della Chiesa Cattolica Usa a spiegare perché Trump venga visto non come il “male assoluto” ma come un’opportunità per ritornare a politiche di buon senso dopo il proliferare di woke e cancel culture negli scorsi anni. Come ha spiegato di recente il vescovo Strickland nell’intervista al “Tempo”, la Presidenza Biden è giunta a negare molti dei principi cristiani, con il Presidente Trump che invece rappresenta la possibilità di un ritorno al buon senso e alla difesa della sacralità della vita. Non solo, per il vescovo conservatore è un abominio pensare che un uomo – pur se Donald Trump – possa essere visto come un “salvatore”, semmai è un persona che può rappresentare una speranza per una fetta di americani che si è sentita quasi emarginata negli ultimi 4 anni di Amministrazione Dem.