Proseguendo nel suo ormai consolidato tentativo di ridurre al minimo gli sprechi governativi per recuperare ingenti cifre per il bilancio governativo, il neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente informato i cittadini americani con un post sul suo social Truth di aver dato l’ordine al Dipartimento del Tesoro di interrompere la produzione di penny, ovvero la moneta da 1 centesimo di dollaro del tutto simile ai nostrani ‘ramini’: secondo Trump – infatti – si tratterebbe di un vero e proprio spreco di denaro pubblico che non apporta alcun tipo di beneficio o utilità alla popolazione; ma d’altra parte alcune voci dissonanti sembrano sostengono che nel loro piccolo anche i penny hanno un’utilità.
Partendo dal principio, l’annuncio di Trump – come dicevamo prima – è stato fatto attraverso il suo profilo sul social Truth nel quale ha spiegato che “per troppo tempo gli Stati Uniti hanno coniato monete da un centesimo che ci costano letteralmente più di due centesimi l’una” definendolo – forse a ragione – “uno spreco enorme” che l’avrebbe portato a dare “ordine al mio segretario del Tesoro di interromperne la produzione”; mentre pare che il suggerimento sia arrivato dall’ufficio DOGE guidato da Elon Musk che già un paio di settimane fa aveva criticato la produzione di penny con un post su Twitter.
Quanto costano i penny al governo USA e quanto si risparmierà all’anno con la proposta di Trump
Insomma, l’idea di Trump sarebbe quella di interrompere al più presto la produzione di penny e – dati alla mano – i numeri potrebbero anche dare ragione alle mire di risparmio del tycoon: secondo i dati ufficiali del 2024 della zecca statunitense, la produzione di una singola moneta da un centesimo – fata quasi interamente in zinco, ricoperto da un sottile strato di rame – costa 0,0369 dollari e dato che lo scorso anno ne sono stati prodotti più di 4,5 miliardi complessivamente il costo sarebbe stato di 179 milioni di dollari (e vale la pena ricordare che nel 2022 la spesa federale totale fu di 6,75 trilioni di dollari).
Numeri – insomma – che darebbero di fatto ragione a Trump e a ben guardare non sarebbe né la prima volta che il tema viene sollevato da un Presidente – ma fino ad ora l’opposizione del Congresso aveva sempre bloccato ogni iniziativa in tal senso -, né il primo stato ad abolire la moneta di minor valore – con il Canada che già dal 2012 ha smesso di coniare i centesimi -; mentre chi si dice a favore dei penny sostiene che siano un buon modo per evitare rincari nascosti ai danni degli acquirenti (dato che senza monetine da 0,01 i prezzi verrebbero arrotondati ai cinque centesimi), oltre che una fonte di sostentamento importante per le associazioni benefiche.