TRUMP SUL BANCO (CON I BAMBINI) PER LA FIRMA DELL’ORDINE CONTRO IL DIPARTIMENTO ISTRUZIONE
Lo aveva detto, lo aveva rilanciato e “minacciato”, nella notte americana lo ha fatto: seduto sul banco di scuola con attorno altri bambini intenti a fare i compiti, in uno show smaccatamente “donaldesco”, il Presidente USA Trump ha firmato l’ordine esecutivo per smantellare parte consistente del Dipartimento dell’Istruzione. Convocando i giornalisti alla Casa Bianca per l’annuncio ufficiale, il tycoon prosegue nel compito fissato i campagna elettorale di rimuovere incarichi, istituzioni e dipendenti di parte degli uffici federali.
Ma contro il Dipartimento Istruzione che negli scorsi anni si è contraddistinto per un forte condizionamento da politiche woke, piegate alla “cancel culture” anti-conservatori, la svolta trumpiana prova a travolgere tutto e tutti, puntando nel pieno del caos per la politica estera mondiale ad una riorganizzazione interna del settore educazione, scuola e istruzione. «Il controllo sull’istruzione dei nostri giovani ha deluso insegnanti, genitori e gli stessi studenti», ha spiegato stanotte dalla Casa Bianca il Presidente americano, dopo aver siglato l’ordine esecutivo che dovrà però essere poi valutato dal Congresso (visto che per legge in America la “demolizione” di un Dipartimento generale necessita di un voto al Senato con almeno 60 voti di maggioranza).
Circondato da bambini e bambine che “imitano” il leader repubblicano nella firma di un importante documento, Donald Trump manda un messaggio ulteriore alla politica e cultura Dem: nello specifico, il Presidente americano con la riforma anti-Dipartimento Istruzione dà pieno mandato alla Segretaria per l’Educazione, Linda McMahon, di facilitare il processo decisionale interno al Dipartimento federale, rendendo più “liberi” gli Stati e preservando però i servizi chiave del Ministero, dai fondi per disabili ai finanziamenti per i progetti scolastici e universitari (qui il nostro focus, ndr).
REBUS CONGRESSO PER LA RIFORMA E PROTESTE CONTRO THEDONALD: COSA PUÒ CAMBIARE
«Il Dipartimento dell’Istruzione in questi anni ha fallito l’obiettivo, serve dare più potere a famiglie e genitori, e meno al Governo»: così in tandem Donald Trump con la “ministra” dell’Istruzione McMahon sottolineano il perché del fortissimo ridimensionamento del dicastero, causa di polemiche e critiche dal Partito Democratico americano che parla di «giorno buio per milioni di bambini americani». Accusato di incostituzionalità, l’ordine esecutivo firmato dalla Presidenza USA dovrà giocoforza passare dalla “giungla” del voto parlamentare.
Il Presidente non può infatti debellare un Dipartimento federale, per farlo servono almeno 60 voti al Senato dove però i repubblicani hanno 53 seggi (contro 47 Dem); la diminuzione dei fondi e il taglio del personale di circa il 50% (sui quasi 2mila dipendenti totali, di cui 1300 federali) devono ora trovare il consenso di una piccola parte dei Democratici, il che rende il percorso inaugurato da Trump irto di ostacoli. La Casa Bianca garantisce che fondi e programmi per i debiti universitari e portatori di handicap rimarranno intatto, mentre si tende a tagliare quella larga fetta di iniziative che negli anni hanno visto “storture” pro-woke, grande “nemico” dell’elettorato di Trump.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 20, 2025