DONALD TRUMP APRE AL TERZO MANDATO
Donald Trump si è insediato da tre mesi, ma pensa già al terzo mandato, nonostante il 22esimo emendamento della Costituzione americana lo vieti. Per il presidente Usa potrebbero esserci vari modi per introdurlo, assicurando che non si tratta di uno scherzo, perché fa sul serio. “Molte persone vogliono che lo faccia“, ha dichiarato in un’intervista telefonica a NBC News.
Lo stesso Trump è consapevole che la strada eventualmente da percorrere sia lunga, motivo per il quale resta focalizzato sul presente, ma comunque non chiude la porta a una novità che sarebbe storica.
COSA PREVEDE IL 22° EMENDAMENTO
Infatti, il 22° emendamento alla Costituzione, ratificato nel ’51, stabilisce che nessuno può essere eletto alla carica di presidente per più di due volte e nessuno che lo è stato o ha agito da tale per oltre due anni di mandato può essere eletto più di una volta.
LE STRADE PER INTRODURRE IL TERZO MANDATO
Ma strategie ed escamotage per arrivare a un terzo mandato non mancano. Ad esempio, il vicepresidente JD Vance potrebbe candidarsi nel 2028 per poi passare il testimone a Trump. Nel frattempo, il deputato repubblicano Andy Ogles, del Tennessee, ha presentato alla Camera una proposta di legge per avviare il lungo processo di modifica del testo del 22° emendamento e consentire a un presidente che ricopre un mandato non consecutivo di svolgere un terzo mandato di quattro anni.
Ma l’abrogazione o modifica del 22° emendamento richiederebbe il voto dei due terzi della Camera e del Senato e la ratifica dei tre quarti degli Stati. Per ora c’è solo un presidente che negli Stati Uniti ha guidato il Paese per più di due mandati ed è stato Franklin D. Roosevelt, ma perché il 22° emendamento non era stato ancora ratificato.
Anche l’ex capo stratega del tycoon, Steve Bannon, si è sbilanciato sulla questione, infatti la scorsa settimana ha espresso la convinzione che il tycoon si candiderà di nuovo nel 2028. “Ci stiamo lavorando. Vedremo qual è la definizione di limite di mandato“, aveva dichiarato a NewsNation.
Non era neppure la prima volta che ne parlava, visto che aveva affrontato la questione già a dicembre, sostenendo che l’attuale presidente potrebbe aggirare il 22° emendamento, in quanto la parola “consecutivi” non è presente nel documento. Diversi studiosi di diritto hanno respinto l’ipotesi ritenendola impossibile, ma per i più accaniti sostenitori di Trump, gli ostacoli costituzionali sono stati raramente una preoccupazione.