I media e la narrazione mainstream l’hanno presentata per anni come l’agenzia degli aiuti umanitari e della cooperazione. Ma USAID, la cui attività è stata congelata e di fatto smantellata da Elon Musk, con il segretario di Stato Marco Rubio come “commissario”, è stata presa di mira dall’amministrazione di Donald Trump perché, in realtà, come spiega Rita Lofano, direttore responsabile di AGI, in base alle accuse accreditate dallo stesso Elon Musk, ma non solo da lui, veniva usata per promuovere la cultura woke, così come per condizionare i sistemi politici e istituzionali di interi Paesi, per progetti addirittura sul Covid e sulle armi biologiche. USAID è stata utilizzata anche per destabilizzare l’Ucraina o per vincolare alcuni Paesi tenuti in scacco con debiti insostenibili. Insomma, uno strumento principe del soft power americano almeno nell’ultimo ventennio.
Cosa è veramente USAID e perché Trump e la sua amministrazione l’hanno presa di mira?
In parte, questo intervento si inquadra nella filosofia America First, in base alla quale Trump, per prima cosa, ha deciso di sospendere tutti gli aiuti all’estero. E bisogna tenere conto dell’azione del Dipartimento di Musk per razionalizzare le spese (DOGE). Ma c’è soprattutto la considerazione di questa agenzia come promotrice di operazioni soft power-woke. USAID, che nel 2023 aveva un budget di 40 miliardi, corrispondente allo 0,6% di quello federale, è stata creata nel periodo della Guerra Fredda da Kennedy per finanziare sì programmi umanitari e alimentari, ma anche culturali. È nata, quindi, come un’agenzia di influenza. Ora l’intenzione è di fonderla con il Dipartimento di Stato, tanto è vero che Marco Rubio, segretario di Stato, ha detto che se ne occupa lui ad interim.
Dai soldi usati per un musical “Diversity & Inclusion” in Irlanda, per un fumetto transgender, per un’opera sempre transgender in Colombia, alle campagne LGBTQ+ in Guatemala e tanto altro ancora. Una struttura a uso e consumo dei democratici?
L’amministrazione Trump la considera come un’agenzia di propaganda woke e, comunque, è nata come agenzia di soft power: gli aiuti e il sostegno sono strumenti per raggiungere le zone di influenza.
Elon Musk ha riferito che avrebbe finanziato armi biologiche, la creazione del Covid-19, ricerche in laboratorio a Wuhan. Troverebbero conferma il ricorso a USAID anche per la Rivoluzione arancione del 2004 e per Euromaidan nel 2014 in Ucraina.
La nuova amministrazione considera l’agenzia come strumento di pressione, usato in più campi, con soldi pubblici che sarebbero stati utilizzati in modo improprio. È comparso, come era prevedibile, anche il nome di George Soros. Mi sembra un intervento che rientra in pieno in quelle che sono state le promesse elettorali di Trump. Ci si muove sulla base di esigenze anche diverse: la volontà di controllare certe iniziative culturali, ma anche il taglio delle spese. Un giudice, intanto, ha bloccato il licenziamento di 10mila dipendenti.
L’intervento, comunque, è stato a diversi livelli: lo dimostra anche la sospensione dell’account di X dell’agenzia.
A Washington, con lo scalpello, è stata levata anche l’insegna dall’edificio dove aveva sede USAID.
I fondi che sono stati tagliati per questo utilizzo sono ingenti, si parla di decine di miliardi di dollari: dove saranno dirottati?
Intanto, ora fa riferimento al Dipartimento di Stato, e questo conferma la considerazione sull’utilizzo politico che veniva fatto della struttura, che ora deve essere allineata con la politica estera dell’amministrazione. Il budget, comunque, è di 40 miliardi di dollari, con un bilancio che rappresentava la metà dell’assistenza estera degli USA, che naturalmente è una delle più alte a livello globale. Uso politico non significa una pressione o un finanziamento diretto per un certo scopo, ma anche, appunto, un’azione di soft power. I soldi spesi sono finiti in Asia, nell’Africa subsahariana, in Europa e anche in aiuti umanitari in Ucraina. Uno strumento di politica estera.
Il destino dell’agenzia è già segnato in tutto e per tutto?
Queste agenzie sono federali, una sorta di ministero. Per chiuderle, però, bisogna passare per l’approvazione del Congresso. I giudici hanno bloccato il licenziamento dei dipendenti perché, fino a questo momento, Trump si sta muovendo con ordini esecutivi, ma le sue decisioni, come tutte quelle che comportano un budget da gestire, devono ancora passare dal Congresso, dove i repubblicani hanno la maggioranza, anche se un po’ risicata.
I democratici hanno preso male questo intervento? Daranno battaglia per quello che possono?
I democratici hanno già stigmatizzato l’operato di Trump dicendo che mette a rischio la sicurezza e il sostegno di Paesi come la Siria. Poi bisognerà vedere come verranno spesi i soldi all’estero nei prossimi anni. Per ora, comunque, si tratta di un congelamento.
Ci sono altre agenzie del genere su cui Trump potrebbe intervenire? Questo, per ora, è il caso più eclatante, ma ce ne saranno altri?
Trump si sta muovendo velocemente, ma è anche difficile prevederlo: nessuno probabilmente aveva messo in conto che iniziasse da un’agenzia di cooperazione. Credo, tuttavia, che proceda in modo deciso e studiato.
(Paolo Rossetti)
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