Kreena Dhiman, nel West Sussex, è protagonista di una storia assurda, dopo essere stata reduce da un cancro al seno. Era il 20133 quando, all’età di 33 anni, dopo essersi sposata, aver girato il mondo per un anno ed essere tornata al lavoro, le fu diagnosticato il tumore. “Notai che uno dei miei capezzoli era invertito e quando cercai su Google le risposte, ho pensato: ‘Oh Dio, non posso essere io'”, ha dichiarato la donna in una intervista alla BBC. Per combattere il cancro Kreena ha subito un intervento chirurgico di rimozione di un seno, chemioterapia, radioterapia ed un’altra operazione ricostruttiva molto importante. Dopo tre anni dalla diagnosi la donna decise addirittura di congelare gli ovuli nel caso in cui il trattamento contro il tumore l’avesse resa sterile. Tuttavia, per Kreena stava per giungere una nuova doccia fredda. Durante un viaggio in Canada organizzato per “celebrare la fine della mia vita con il cancro”, qualcosa andò storto. Kreena iniziò a sentirsi stanca e ad avere difficoltà a respirare e una volta ricoverata i medici rimasero sconcertati fino a quando un cardiologo fece un collegamento choc tra la sua attuale condizione il tumore. “Mi disse di stringergli la mano se ricordavo di avere un liquido rosso durante il trattamento chemioterapico”, ha spiegato Kreena. Lo fece e la diagnosi fu sconcertante: insufficienza cardiaca acuta che la fece finire in terapia intensiva.
TUMORE AL SENO “PROBLEMI AL CUORE DOPO CHEMIO”: LA STORIA DI KREENA
I progressi della scienza hanno reso possibile combattere il tumore ma sono sempre più numerosi i pazienti che sviluppano patologie cardiache come effetto dei trattamenti contro il cancro. Si parla di un paziente su dieci e gli effetti possono essere talvolta immediati, altre volte possono manifestarsi dopo anni dal trattamento. Il problema, come spiega la BBC è causato dai farmaci chemioterapici che danneggiano il muscolo cardiaco che, non essendo più in grado di pompare correttamente, rischia di portare ad una insufficienza cardiaca. Non è un caso se questi effetti hanno dato origine ad una nuova specialità medica chiamata cardio-oncologia. Finora, però, si è rivelato molto complesso stabilire quali pazienti potrebbero subire o meno danni cardiaci. Secondo gli scienziati, anziani e giovani sono più a rischio ma potrebbero avere un peso anche i geni difettosi. “Alcuni hanno un gene che causa l’insufficienza cardiaca e subiscono un secondo colpo dalla chemio”, ha spiegato Alex Lyon, consulente cardiologo presso il Royal Brompton Hospital e l’Imperial College di Londra. La buona notizia è che i trattamenti farmacologici possono ridurre il rischio di danni cardiaci e un attento monitoraggio può prevedere in tempo i possibili problemi. Kreena è fortunatamente riuscita a guarire. Grazie ad una dieta priva di sale e alle cure del marito la sua funzione cardiaca è stata recuperata ma quello è stato solo l’inizio della riabilitazione. Tuttavia la gravidanza sarebbe stata per lei un rischio e così ha scelto di portare avanti una surrogata usando i suoi embrioni. Da 16 mesi Kreena è diventata mamma: “Pensavo che non avrei visto il mio quarantesimo compleanno, ma ora mancano solo due settimane”, ha dichiarato, dicendosi grata a coloro che sono riusciti a salvarla per due volte.