TURCHIA SPACCATA IN 2: QUINTO GIORNO DI PROTESTE DOPO L’ARRESTO DI IMAMOGLU
Se nel 2013 la protesta in Turchia cosiddetta di “Gezi Park” era stata vista giustamente nel mondo come una prima vera opposizione di parte della popolazione contro i metodi autoritari del Presidente Erdogan, quello che sta succedendo da 5 giorni a questa parte dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu rischia di avvicinarsi molto, se non potenzialmente avere conseguenze e bilanci ancora più drammatici. Feriti, scontri, arresti su larga scala e un pugno duro mostrato dal Governo a Istanbul e Ankara che ricorda appunto le proteste di ormai 12 anni fa
Principale leader dell’opposizione, uscito vincitore nelle Primarie del partito repubblicano CHP proprio ieri (qui sotto tutti i risultati e le considerazioni, ndr) e favorito nei sondaggi sulle eventuali prossime Elezioni Presidenziali in Turchia nel 2028, Imamoglu arrestato per corruzione una settimana fa è stata la miccia per accendere la protesta su larga scala contro il Governo del Presidente Edogan. Gli arresti anche di giornalisti, politici e cittadini entrati nella sfera di influenza di Imamoglu hanno aggiunto ulteriore benzina sul fuoco degli scontri, con le accuse di ulteriore “golpe” lanciate dalle opposizioni contro l’AKP e il potere centrale.
Accusato di favoreggiare il terrorismo del PKK curdo, il sindaco di Istanbul si ritrova ad affrontare un processo che rischia di escluderlo dalla vita politica in Turchia per i prossimi anni, proprio quando Erdogan è in maggiore crisi di popolarità e quando si dovrà inventare qualche mossa “azzardata” per anticipare il voto del 2028 dove al momento, secondo la Costituzione, non può presentarsi per il terzo mandato consecutivo.
Da oltre vent’anni, ogni volta che un politico di spicco anti-Erdogan riusciva ad aumentare consensi e vincere Elezioni locali, in un modo o nell’altro piombava l’accusa di “legami” con i curdi nemici del “Sultano”, che tra l’altro di recente hanno ricevuto l’invito dell’ex leader Ocalan al completo scioglimento della lotta armata contro l’AKP.
INTANTO IL SINDACO ARRESTATO VINCE LE PRIMARIE CHP (IN CUI ERA L’UNICO CANDIDATO): RIUSCIRÀ A SFIDARE ERDOGAN?
Con Erdogan impegnato a cercare di riprendere il ruolo centrale chiave nella geopolitica del Medio Oriente, tra la guerra a Gaza, gli scenari instabili in Siria e lo scontro Occidente-Russia in Ucraina, la popolarità interna crollata negli anni rischia di metterlo fuori gioco entro il 2028. Da qui l’accelerata di queste ultime settimane, prima con il tentato “accordo” indiretto contro il nemico storico agli arresti Ocalan, e poi con la mossa spregiudicata della magistratura turca che mette dietro le sbarre il principale avversario del “Sultano”, con il sospetto fortissimo che possa esserci realmente Erdogan dietro le accuse mosse contro Imamoglu.
Nel frattempo, con gli scontri in piazza che ancora ieri hanno prodotto ondate di arresti tra i manifestanti universitari e lavoratori pro-CHP, si sono svolte le Primarie del Partito Repubblicano dove era rimasto un unico candidato dopo l’uscita di scena del sindaco di Ankara dalla corsa per la leadership: circa 15 milioni di cittadini turchi si sono riversati alle urne per nominare Imamoglu leader del CHP e candidato Presidente alle prossime Elezioni in Turchia.
Voto in 81 province turche, con i risultati che hanno visto un’autentica investitura popolare da quasi 15 milioni di preferenze: «Quando arriverà il voto, la Nazione darà a questo governo uno schiaffo indimenticabile», scrive su X lo staff di Imamoglu, il quale si dice felice dei risultati delle Primarie e pronto a sfidare Erdogan per abbattere l’oppressione del Governo turco, «contro illegalità e incompetenza». Tenuto conto che sono circa 1,5 milioni i tesserati del partito, il voto di domenica 23 marzo 2025 ha visto presentarsi nei circoli oltre 10 volte in più i partecipanti.
Il problema è che l’arresto (confermato ieri) e successivo processo riusciranno a vedere Imamoglu della partita contro Erdogan, specie in caso di Elezioni anticipate come medita di fare il “Sultano” visti i problemi di impossibilità a candidarsi nel 2028 con queste regole attuali (mentre in caso di voto prima della scadenza naturale della Legislatura potrebbe ripresentarsi candidato dell’AKP).