A Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia spetta la vetta del nuovo “Rapporto turismo dop”, realizzato da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del Masaf, e presentato a Roma, con gli interventi (da numerosi territori) dei Consorzi di tutela e i protagonisti delle filiere DOP IGP, e le conclusioni affidate al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e al ministro del Turismo, Daniela Santanchè.
Il primato delle quattro regioni nel ranking del turismo enogastronomico è stato assegnato sulla base di vari indicatori, tra i quali: la presenza di filiere produttive solide, un’attrattività turistica consolidata e, soprattutto, Consorzi di tutela strutturati e riconosciuti capaci di svolgere un ruolo attivo di governance territoriale. Questa capacità di aggregare attori locali, promuovere progettualità condivise e attivare sinergie concrete fa la differenza nello sviluppo di un’offerta turistica autentica, integrata e sostenibile.
Anche non calcolando il valore economico generato dal turismo che si concentra sulle specialità di cibo e bevande a denominazione protetta, l’indagine ricorda che l’anno scorso 361 consorzi di tutela nazionali hanno promosso 585 attività tra degustazioni guidate nelle cantine, settimane del gusto o caseifici aperti.
“L’Italia è leader in Europa per prodotti a Indicazione Geografica – ha dichiarato il ministro Lollobrigida -, un primato che non deve essere solo un vanto, ma una responsabilità nazionale. Dietro ogni prodotto DOP o IGP c’è una storia che parla dell’identità italiana. Cultura, paesaggio, tradizione, lavoro, convivialità: sono i pilastri di un modello produttivo che non solo ha radici solide nel nostro passato, ma che incarna anche una visione di sviluppo.
Il turismo legato alle DOP e IGP è un’opportunità che dobbiamo cogliere, è un asset su cui investire che porterà vantaggi non solo al mondo agricolo, ma offrirà opportunità di sviluppo e benessere all’Italia rurale che merita di essere conosciuta nel mondo insieme alle nostre eccellenze agroalimentari”.
Il turismo DOP rappresenta una nuova frontiera del turismo enogastronomico. Un modello che mette al centro le indicazioni geografiche come strumenti per generare esperienze autentiche, educative e sostenibili. Il turismo DOP è un fenomeno innovativo che si colloca all’incrocio tra turismo enogastronomico, turismo culturale e turismo sostenibile. Attraverso l’azione dei Consorzi di tutela e degli operatori del settore, promuove i prodotti DOP e IGP, esaltandone il valore e il legame profondo con il territorio.
È in pratica una forma di turismo enogastronomico centrata sulle esperienze legate ai prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica (DOP e IGP), che nasce nei territori riconosciuti per l’eccellenza delle loro produzioni e si sviluppa grazie all’impegno dei Consorzi di tutela e delle imprese appartenenti alle filiere certificate, offrendo ai visitatori esperienze autentiche legate ai prodotti, con finalità educative e rappresentando un modello di sviluppo sostenibile basato sull’agricoltura multifunzionale.
Fenomeno sempre più diffuso in Italia, il turismo DOP non è solo un insieme di iniziative “a tema”, ma rappresenta un sistema integrato di accoglienza costruito attorno alle filiere DOP e IGP, con la regia dei Consorzi di tutela, in linea con il nuovo Regolamento UE 2024/1143 che assegna loro anche la competenza “dello sviluppo di servizi turistici nella pertinente zona geografica”. Un’offerta turistica che racconta l’Italia vera, con esperienze contestualizzate nel paesaggio, nella storia e nelle tradizioni delle comunità locali e garantendo qualità, identità e legame con il territorio.
I 235 eventi registrati nel 2024 si confermano l’ambito più dinamico del turismo DOP, con iniziative consolidate come Caseifici Aperti o degustazioni guidate in cantina, insieme a nuove proposte come festival culturali ed eventi sportivi legati ai prodotti DOP IGP e ai territori. Si aggiungono 188 Infrastrutture permanenti, fondamentali per offrire esperienze immersive e durature legate ai prodotti IG: Strade del vino e dei sapori – riconosciute dalle Regioni – musei del cibo, spazi didattici e patrimoni culturali fruibili, che testimoniano il profondo legame storico e culturale tra le IG e i luoghi di origine.
Il report mappa anche 130 elementi di Valorizzazione, riconoscimenti ufficiali delle zone di origine dei prodotti DOP e IGP: patrimoni Unesco (come le Colline del prosecco di Valdobbiadene e Conegliano o l’arte dei muretti a secco), paesaggi rurali storici riconosciuti dal Masaf, parchi regionali e nazionali gestiti dal ministero dell’Ambiente che rappresentano l’interconnessione tra eccellenza produttiva e valore ambientale. Completano il quadro delle attività le 32 azioni specifiche di In-formazione – tra convegni, pubblicazioni, attività formative e di comunicazione – che hanno l’obiettivo di migliorare l’offerta turistica legata alle DOP IGP e promuovere efficacemente le iniziative.
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