C’è chi sceglie Matera per i suoi Sassi o chi Padova per scoprire la Città del Santo, ma attenzione alle nuove tendenze: parliamo del game tourism, ovvero il turismo videoludico. Di cosa si tratta? Come riporta Vanity Fair, è un nuovo modo di viaggiare, reale e virtuale allo stesso tempo, che molte persone scelgono per recarsi nei luoghi in cui sono stati ambientati i loro videogames del cuore. Sono sempre di più le persone, età media di 35 anni, che decidono infatti di visitare città e luoghi protagonisti di giochi per pc, console e mobile. Da Assassin’s Creed 2, ambientato in diverse città italiane (Venezia, Roma, Firenze, Forlì, San Gimignano e Monteriggioni), a Forza Horizon, ambientato tra Liguria e Costa Azzurra, passando per Wheels of Aurelia e Town of Light.
GAME TOURISM, COS’E’? ECCO LA NUOVA TENDENZA
Secondo quanto trapela da una ricerca ufficiale datata 2016, il 16 per cento dei turisti ha conosciuto il borgo di Monteriggioni, vicino a Siena, proprio grazie ad Assassin’s Creed: su 150 mila visitatori, 25 mila sono giunti nella bellissima località toscana grazie al videogame. Intervistato da Vanity Fair, Fabio Viola ha spiegato: «Che cos’è la gamification applicata al turismo? È un approccio che pone al centro i turisti e la capacità di creare empatia e coinvolgimento tra i viaggiatori e i luoghi che visitano. Esperienze fisiche e digitali diventano due facce della stessa medaglia, un umanesimo digitale che plasma un cortocircuito virtuoso tra esperienza sul posto e le fasi pre e post-visita. Alla base c’è l’osservazione della capacità che i videogiochi hanno di immergere persone reali in mondi ed esperienze virtuali». E la tendenza non è sfruttata a pieno: «Eppure le istituzioni non hanno compreso il potenziale comunicativo e di marketing di questo canale».