Donald Trump e il suo amato account Twitter: un fenomeno oramai non più solo di costume e che negli ultimi anni ha contribuito a rinnovare la comunicazione politica, ma pure un connubio che ha (a volte pesanti) influenza anche sui mercati internazionali. È per questo motivo che JP Morgan & Chase, il colosso bancario statunitense, ha da poco lanciato un nuovo strumento chiamato “Volfefe Index” e che servirà a valutare l’impatto dei cinguettii del Presidente degli Stati Uniti non solo sui mercati finanziari ma pure sull’andamento dei tassi e sul rendimento di titoli di Stato: il nome, volutamente ironico (e che fa riferimento a un oramai storico ed enigmatico tweet del Presidente della Casa Biana e che conteneva il termine “covfefe” e grazie a una crasi con “volatilità”) è stato messo a punto ad hoc dagli analisti per stimare in modo scientifico e sistematico come e quanto le parole dell’inquilino della Casa Bianca siano impattanti, ricordando solo che nel corso del suo mandato sono stati circa 10mila gli interventi di Trump esclusivamente incentrati su argomenti di politica monetaria e dintorni.
L’INDICE PER VALUTARE L’IMPATTO DEI TWEET DI TRUMP
Il “Volfede Index” messo a punto da JP Morgan sembra essere un indice particolarmente utile dopo che a inizio agosto alcune dichiarazioni a sorpresa di Trump, consegnate all’immancabile comunicazione sui social network, sui nuovi dazi a carico della Cina avevano spiazzato i mercati e affondato le Borse di tutto il mondo (con pesanti segni “meno”) assieme ai principali titoli industriali. A rivelarlo nelle ultime ore è stata l’emittente Cnbc che ha spiegato come funzionerà questo strumento: il riferimento dell’incide sono le oscillazioni del tasso di volatilità dei bond a stelle e strisce a due e cinque anni anche se, va detto, sono solo alcuni i tweet del Presidente degli Stati Uniti ad aver avuto effettivamente degli impatti notevoli e quantificabili sui mercati internazionali. Secondo gli esperti della multinazionale americana dei servizi finanziari con sede a New York “una grande quantità di beni, che si tratti di azioni di una società a prodotti di vario tipo, hanno visto il loro prezzo influenzato dai cinguettii di Trump” e dall’onnipresenza del suo account (@realDOnaldTrump) nel dibattito pubblico. Stando a Bloomberg, invece, l’aspetto da sottolineare è che negli ultimi mesi il numero di tweet che hanno influenzato i mercati è notevolmente aumentato rispetto ai primi anni della presidenza e che vi sarebbero delle keywords a cui sarebbero particolarmente sensibili quali “China”, “billion” e “democrats” con riferimento al partito avversario.