Guido Gianni, gioielliere 57enne di Nicolosi (Catania), è stato condannato oggi a 13 anni di carcere per duplice omicidio e tentato omicidio. E’ stata questa, come spiega La Sicilia online, la decisione della Corte d’Assise di Catania giunta nella giornata di oggi in merito al caso che coinvolse l’uomo nel febbraio di undici anni fa, quando uccise due rapinatori ferendone un terzo dopo un assalto al suo negozio durante il quale avevano minacciato di uccidere la moglie con una pistola, poi risultata essere a salve. Il pm aveva chiesto a suo carico la condanna a 17 anni di reclusione mentre la sua difesa aveva avanzato la richiesta di assoluzione per legittima difesa. Oggi, la decisione dei giudici che hanno anche disposto un risarcimento in favore della parti civili, ovvero le famiglie di Davide Laudani e Sebastiano Catania, rimasti uccisi, e del ladro ferito, Fabio Pappalardo. Per l’accusa ci sarebbe stata una colluttazione con i banditi nella quale sarebbero rimasti feriti ma il gioielliere avrebbe aperto il fuoco solo durante la loro fuga, colpendoli di spalle. I legali del gioielliere, che da sempre hanno puntato sulla tesi della legittima difesa, hanno fatto sapere di voler procedere con il ricorso.
UCCIDE LADRI, GIOIELLIERE CONDANNATO A 13 ANNI: L’IRA DEL 57ENNE
Dopo la sentenza di condanna da parte della corte di Catania, il gioielliere 57enne Guido Gianni ha commentato all’AdnKronos: “L’incubo non è mai finito. Prosegue come quel famoso sogno dal quale uno si vorrebbe risvegliare. Purtroppo quando un cittadino si trova nei guai per volontà degli altri viene punito perché come ha detto il pubblico ministero, io da vittima mi sono trasformato in carnefice. Quindi la vittima, che sono io, va a processo”. “Non mi è mai passato per la testa e non ho mai agito volontariamente ma a quanto pare nessuno l’ha recepito”, ha aggiunto l’uomo. Guido Gianni ha quindi smentito di aver colpito i malviventi mentre ormai erano in fuga: “Se ti scappi io non ho motivo di seguirti. Dove sta la mia volontarietà di fare del male? Io sono stato sempre ligio alle leggi ma se la legge dice che io sono colpevole, io sono colpevole. Sono stato condannato. Per quale motivo, però, non lo so”, ha aggiunto, spiegando di non avere rimorsi per le sue azioni. “Io non ho ucciso qualcuno che, poverino, stava attraversando la strada. Per il rimorso mi sarei ucciso anch’io. Ma mi vogliono condannare e in questo caso ben venga la condanna”, ha chiosato.