Le trattative per l'Ucraina continuano. Non se ne sa molto, ma l'obiettivo è far cedere Zelensky con le operazioni militari e le pressioni diplomatiche
Zelensky fra due fuochi: da una parte la pressione militare russa, che sta mettendo in ginocchio l’Ucraina dal punto di vista energetico ed erode giorno per giorno il suo territorio, dall’altra quella diplomatica degli USA, che continuano gli incontri con gli emissari di Kiev per fare opera di convincimento.
L’anello debole della catena Russia-USA-Ucraina, spiega Giorgio Battisti, generale già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, è proprio l’Ucraina e su questo si sta agendo per sbloccare le trattative di pace. In fondo anche il documento sulla sicurezza nazionale USA pubblicato venerdì, laddove sottolinea l’importanza per gli americani di un equilibrio strategico con la Russia, è un messaggio a Zelensky (e all’Europa) sulle intenzioni degli americani, che intanto si apprestano a ridurre notevolmente la loro presenza nel Vecchio continente.
Fino a qualche giorno fa si sapeva molto delle trattative in corso per porre fine alla guerra in Ucraina, ora invece, a partire dall’ultimo incontro al Cremlino, non trapelano molte notizie. Per quale motivo?
Penso che gli incontri in Florida non stiano arrivando a grandi risultati, almeno sugli aspetti più importanti della lista di 28 punti del presidente Trump, poi ridotti a 19. Da quel poco che trapela sembrerebbe che gli ucraini abbiano condiviso alcuni di questi punti, ma non quelli principali: la cessione del territorio, la smilitarizzazione dell’Ucraina, i 100 giorni per indire le elezioni e quindi cambiare Zelensky. Il problema è che è difficile farli accettare al presidente ucraino, sostenuto dagli europei.
Perché si continua, nonostante la mancanza di risultati almeno apparenti?
Si cerca comunque di tenere aperti dei canali di comunicazione per realizzare, secondo gli auspici di Trump, almeno un cessate il fuoco, ma si vuole anche far passare il messaggio, a livello internazionale, che le attività diplomatiche procedano. In realtà si sta facendo pressione su Zelensky per fargli accettare l’accordo. Nel gioco a tre fra Russia, USA e Ucraina è lui l’anello debole.
Secondo la strategia di sicurezza nazionale USA l’Europa deve tenere conto degli equilibri strategici che interessano agli Stati Uniti, in particolare nei confronti della Russia. Cosa significa e come può influire sullo sviluppo della guerra questa novità?
Il documento sulla sicurezza nazionale è un po’ un’apologia di Trump. Già dalle premesse si capisce che le priorità degli USA sono cambiate, come era già stato anticipato a marzo nella valutazione annuale delle minacce per gli Stati Uniti, preparato dalle agenzie di intelligence americane (una ventina in tutto) e come era stato detto dal Pentagono, oltre che da Trump stesso nel suo primo mandato. Trump sostiene che l’Europa, anche in virtù dell’immigrazione incontrollata, rischi di perdere la propria identità culturale nel giro di vent’anni e che questo si potrebbe riflettere sulle capacità dell’Alleanza Atlantica di assolvere il suo compito. È solo l’ultimo segnale che l’America ridurrà la propria presenza in Europa.
Questa scelta cosa comporterà?
Il presidente Trump non più tardi di un mese fa aveva offerto alla Germania il posto di comandante in capo delle forze NATO in Europa, a conferma del disimpegno americano. È anche un modo per provocare l’Europa, perché ora la sua sicurezza sarà affar suo. La strategia statunitense è abbastanza chiara: se si guarda una ricerca del Kiel Institute sul supporto dato dagli USA e dalla UE all’Ucraina, l’ultimo consistente aiuto americano a favore dell’Ucraina è avvenuto nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, quando si stava concludendo la presidenza Biden. Il Pentagono sta rivedendo tutti gli impegni degli americani all’estero: nel 2027 la presenza americana in Europa diminuirà da 100mila uomini e donne a 83mila, com’era prima della guerra in Ucraina. La priorità statunitense è ormai il fronte interno, quindi l’Indo-Pacifico.
L’Europa come sta reagendo?
Si perde nei discorsi dei volenterosi, che presentano delle proposte talmente rigide sulla guerra in Ucraina che non otterranno mai ascolto. Anche perché l’Europa per Trump è un vassallo, mentre Putin l’ha già esclusa da qualsiasi dialogo: non la vuole neppure prendere in considerazione per una possibile forza di interposizione in caso di cessate il fuoco, perché la considera un avversario.
Come mai nelle trattative per l’Ucraina ha assunto un ruolo così importante Jared Kushner, il genero di Trump?
Penso che Trump abbia in mente per lui un ruolo anche nel futuro. Ha fiducia in lui, non solo perché è suo genero, ma anche per le sue capacità. Kushner ha dimostrato di saper lavorare bene e il presidente, in un contesto in cui anche mezza parola fuori posto può essere causa di qualche problema, ha bisogno di qualcuno che gli riferisca esattamente l’esito dei colloqui con i russi e con gli ucraini.
Le cronache della guerra parlano di attacchi sempre più massicci da parte dei russi, di intere regioni ucraine senza elettricità. La vera strategia di Putin per raggiungere i suoi obiettivi è militare?
Aumentare l’intensità delle operazioni per Putin è anche un modo per fare pressione su Zelensky affinché accetti un accordo alle sue condizioni. Secondo gli analisti gli attacchi russi sono aumentati dopo l’incontro di Anchorage. L’Ucraina deve far fronte alle pressioni militari russe e alle pressioni diplomatiche americane esercitate durante i colloqui. Anche l’affermazione, contenuta nel documento sulla sicurezza nazionale USA, sull’importanza degli equilibri strategici con la Russia, oltre che un messaggio all’Europa, in fondo è uno strumento di pressione su Zelensky per fargli capire la strategia americana. Putin, infine, con le operazioni militari spera anche di fare in modo che la società ucraina, di fronte ai danni e ai disagi causati dal conflitto, sconfessi la posizione rigida di Zelensky.
(Paolo Rossetti)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
