Si aggrava la posizione del debito dell’Ucraina dopo che nella giornata di oggi Kiev ha dichiarato di non aver trovato un accordo con i detentori dei cosiddetti ‘warrant PIL‘ – ci torneremo tra un attimo – e di non essere probabilmente il grado di pagare la somma dovuta ai creditori entro la scadenza fissata per il prossimo maggio: in ballo ci sono quasi 600 milioni di dollari (precisamente 542 milioni) per il solo pagamento in scadenza, relativo ad un debito complessivo di 2,6 miliardi che l’Ucraina non ha potuto includere nell’ampio progetto di ristrutturazione del debito – questo dal valore di 15,5 miliardi – pattuito con il Fondo Monetario Internazionale solamente lo scorso anno.
Partendo dal principio, per comprendere meglio la situazione è bene precisare che i ‘warrant PIL’ sono u particolare forma di contrazione del debito internazionale che l’Ucraina ha adottato per la prima volta nel 2015 e che permettono ai creditori di incassare il 15% della produzione economica una volta che la crescita supera del 3% quella dell’anno precedente (oppure il 40% se la superasse del 4%) limitati alla sola eccedenza: di fatto nel 2023 – anno al quale si riferiscono i warrant in pagamento in questo periodo – la crescita di Kiev ha aggiunto il 5,3% con un valore stimato a quasi 179 miliardi di dollari.
La difficile situazione del debito dell’Ucraina: non è stato trovato un accordo con i detentori dei warrant PIL
Stando al funzionamento dei warrant PIL, insomma, ad oggi l’Ucraina dovrebbe pagare circa 2,6 miliardi di dollari ai detentori del suo debito internazionale, fermo restando – però – che la crescita che si è registrata nel 2023 è calcolata sul 2022, anno in cui a causa del conflitto contro la Russia la crescita economica di Kiev si è ridotta (quasi) a zero: in tal senso il ministro delle Finanze ucraino ritiene che il sistema dei warrant sia inapplicabile alle attuali condizioni in cui la crescita economica dell’Ucraina resta inferiore di 20 punti percentuali rispetto al 2021.
Dall’impossibilità di pagare i quasi 600 milioni dovuti, l’Ucraina aveva proposto ai detentori del debito due possibili alternative tra la sospensione dei pagamenti fino al 2028 e lo scambio con obbligazioni ordinarie di pari valore; mentre dal conto loro i fondi di investimento (appunto, detentori del debito) hanno rilanciato con la proposta di pagare quanto possibile dei 600 milioni in contanti e l’eccedenza in nuove obbligazioni: da qui l’impossibilità di trovare un accordo e il rischio – se non pagasse quanto dovuto – di veder annullati anche gli sforzi fatti per ristrutturare il debito complessivo con il FMI.