In mancanza di progressi nei colloqui sulla fine della guerra in Ucraina, gli Stati Uniti si tireranno indietro e abbandoneranno i loro sforzi per mediare un accordo di pace con la Russia. A lanciare quello che appare come un ultimatum è Marco Rubio, segretario di Stato Usa. Arrivato a Parigi per un incontro con i leader europei, ha chiarito che gli americani non hanno intenzione di continuare gli sforzi “per settimane o mesi“, ma vogliono capire “molto rapidamente, quindi nel giro di qualche giorno“, se può essere fattibile una mediazione, altrimenti il presidente Donald Trump arriverà al punto di fermare ogni suo sforzo.
Stando a tre fonti diplomatiche europee citate da Reuters, le parole di Rubio riflettono la crescente frustrazione della Casa Bianca per l’intransigenza della Russia nel negoziare la fine della guerra. Non a caso Dmitry Peskov a nome del Cremlino ha confermato che, anche se sono stati fatti alcuni progressi per arrivare a un accordo di pace, i contatti con gli americani sono complessi e che la Russia sta provando a risolvere il conflitto garantendo i propri interessi, ma restando aperta al dialogo con gli Stati Uniti.
Segnali più positivi arrivano dal vicepresidente JD Vance che, arrivato a Roma per incontrare la premier Giorgia Meloni, si è detto ottimista sul contributo che possono dare gli americani per mettere fine a questa “guerra molto brutale“.
GLI SCENARI DOPO L’ULTIMATUM DI RUBIO
Dai governi di Francia, Regno Unito, Germania e Ucraina non trapelano commenti alle dichiarazioni di Rubio. Se davvero gli Usa fermassero gli sforzi per mediare la pace tra Ucraina e Russia, non è chiaro che scenari potrebbero aprirsi, visto che non ci sono altre nazioni in grado di esercitare pressioni sia su Mosca sia su Kiev. Resta da capire se poi Trump manterrà invariata la sua attuale posizione sul conflitto, mantenendo le sanzioni alla Russia e gli aiuti militari all’Ucraina, ma non si può escludere un’interruzione.
Un ruolo importante può averlo l’Europa, anche secondo lo stesso Rubio, il quale non escluderebbe una revoca delle sanzioni per favorire un accordo. Infatti, in caso di frenata americana, la responsabilità del futuro dell’Ucraina finirebbe nelle mani degli europei, un’eventualità a cui comunque l’Ue si era preparata, ma che vorrebbe evitare.
Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky preferirebbe il coinvolgimento attivo degli Usa, non avendo fatto mistero di ritenere che gli europei non possano sostituire il sostegno fornito dagli americani, nonostante le loro migliori intenzioni e sforzi. Stando a quanto riportato dall’Independent, rischia di farsi strada lo spettro di un esito forse peggiore di tutti, cioè che americani, russi ed europei si riuniscano per decidere il futuro degli ucraini senza Kiev.