LA RISOLUZIONE SUL PIANO DI RIARMO UE SEMBRA UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA ALLA RUSSIA
È stato chiamato il ‘Libro Bianco’ sul futuro della difesa UE, ed è la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo la scorsa settimana con contenuti i punti chiave del Piano ReArm EU presentato dalla Commissione Europea di Ursula Von der Leyen. Mentre l’UE si divide al suo interno sulla possibilità concreta di un riarmo da quasi mille miliardi di euro, è passato forse troppo inosservato il contenuto di tale risoluzione, dove in più di un’occasione la spinta UE sembra andare direttamente verso una vera e propria guerra sul campo con la Russia di Putin.
Se è vero che il piano di riarmo è volto principalmente, nel breve periodo, a sostenere l’Ucraina di Zelensky davanti alla guerra pluriennale del Cremlino – come sorta di risposta ai contatti sui negoziati Usa-Russia per trovare una pace immediata con Kiev, la risoluzione 0146/2025 approvata nel “Libro bianco” mette in luce una posizione ben più bellicista ed estrema rispetto ai proclami scattati anche dalla stessa Bruxelles in questi mesi. Sebbene l’articolo 11 della Costituzione in Italia ripudi espressamente ogni tipo di guerra, il piano europeo sembra andare nel verso opposto.
Non solo riarmo ma anche sostegno a lungo termine, possibilità di sparare con armi europee verso la Russia e in generale un grado di minacciosità all’esatto opposto di quello spirito di dialogo e apertura rivendicato ancora in questi giorni dal Vaticano di Papa Francesco, pur se costretto al ricovero per le difficili condizioni di salute. Al punto 9 della risoluzione si fa riferimento ad una UE che coordini con i suoi 27 Paesi membri risposte simili «a quelle utilizzate in tempo di guerra». Se non bastasse, poco più avanti nel punto 15 il Parlamento Europeo ricorda che è piena e lucida convinzione che il futuro dell’Europa «si deciderà sui campi di battaglia dell’Ucraina».
VON DER LEYEN & CO. TRA “CAMPI DI BATTAGLIA” ED “EVENIENZE MILITARI ESTREME”
Scorrendo il testo integrale della risoluzione che contiene il ReArm EU si scopre che la guerra sul campo non solo è l’orizzonte più probabile, ma che proprio per questo motivo Bruxelles invita tutti gli Stati Ue a fornire più armi e munizioni a Kiev prima della fine dei negoziati, revocando ogni tipo di restrizione rimasta in questi 3 ani di guerra sull’utilizzo delle armi occidentali contro il territorio russo.
Sempre in altri punti del piano Von der Leyen si fa riferimento alla confisca dei beni russi congelati fino ad oggi, così come al proseguire l’addestramento delle truppe ucraine per poter vincere il conflitto sui “campi di battaglia”. È però nel punto 22 in cui si giunge al tono forse più preoccupante di tutti nella sfida a distanza (per ora) tra Unione Europea e Russia di Putin, pur se questi ultimi restano giustamente identificati come gli aggressori di uno Stato sovrano come l’Ucraina. Nel testo si legge che Commissione Ue e Stati devono dichiararsi – con l’utilizzo del grassetto per evidenziarlo meglio – «pronti per le evenienze militari più estreme».
Serve per il “Libro Bianco” sulla difesa europea non solo un riarmo a lungo termine, ma serve proprio un nuovo approccio che possa modificare l’economia continentale verso un periodo di guerra effettiva: per questi motivi, il punto 25 della risoluzione richiede che tutti gli Stati possano essere “instradati” (senza spiegare però come, ndr) verso prove di “stress” per la legislazione esistente riducendo «ostacoli presenti nell’attuale legislazione nazionale», o anche nell’UE stessa, che «compromettono l’efficienza della difesa».
Non serve insomma essere fini e sofisticati analisti di politiche militari per capire che l’invito dell’Unione Europea è di prepararsi alla guerra, togliendo gli eventuali freni democratici che hanno sorretto la pace in Europa per oltre 80 anni, preparandosi al riarmo effettivo e con potenziali scenari bellici all’orizzonte: per carità, la crisi internazionale impone una posizione e una garanzia di sicurezza reale anche per i confini europei, ma quanto scritto nero su bianco nella risoluzione approvata dal Parlamento Europeo sembra andare oggettivamente oltre lo scenario di mera difesa.
Come al punto 37 quando si esorta l’Ue a cambiare registro sul tema degli eserciti, passando dall’approccio di “flusso” in tempo di pace, ad un criterio invece basato sulle scorte anche di attrezzature per essere pronti alla battaglia. Sono scenari reali di guerra quelli evocati dall’UE contro la Russia e non sembrano esserci spazi lasciati ad una diplomazia, a dei negoziati che invece in questi giorni stanno comunque proseguendo senza l’Europa in campo…