Le emissioni inquinanti dell’Ue nel 2023 sono state pari a quelle del 1963. A rivelarlo sono i dati del Centro di ricerca per l’energia e l’aria pulita (Crea) riportati da Libero Quotidiano. Secondo questi ultimi, i progressi sul campo dell’emergenza climatica sono notevoli. La riduzione è stata infatti pari all’8%. In questo arco di tempo, soltanto nel 2020, quando la pandemia fermò le imprese e la popolazione, si era riusciti a fare meglio, con ben il -35%.
I motivi, secondo gli esperti, sono da ricondurre a diversi fattori. Il più importante, che pesa per il 56%, tuttavia è quello che riguarda un mix elettrico più pulito, derivante da installazioni record di eolico e fotovoltaico, nonché a una ripresa della disponibilità di energia idroelettrica e nucleare. Le emissioni di CO2 connesse alla produzione di energia, in tal senso, sono diminuite del 25%. In altri settori, invece, solo del 4%. A confermare che il settore sta andando bene, anche in Italia, sono anche i numeri di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, che ha rivelato che i consumi elettrici nel Paese sono calati del 2,8% nell’ultimo anno. Le fonti rinnovabili hanno coperto inoltre complessivamente il 36,8% della domanda, con il valore che continua a essere in aumento.
Ue, nel 2023 emissioni inquinanti come nel 1963: i dati di Crea fanno sperare
La strada è ancora lunga, ma i presupposti per il futuro sono adesso più rosei. “Finalmente le emissioni sono tomate ai livelli riscontrabili nella generazione dei miei genitori, quella degli anni 60, precisamente del 1963. Tuttavia, in questo periodo di tempo, l’economia è tripicata, dimostrando quindi che li cambiamento climatico può essere combattuto anche senza rinunciare alla crescita economica del Vecchio Continente”, ha affermato Isaac Levi, analista di Crea.
Se l’Ue si sta impegnando per ridurre il più possibile le emissioni inquinanti, con il prossimo obiettivo che è quello di mettere giù la CO2 del 90% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2040, non si può dire lo stesso di altri Paesi. Tra questi, ad esempio, c’è la Cina, che poco si è curata finora del problema relativo all’emergenza climatica.