Non è possibile divulgare documenti contenenti le autovalutazioni dell’Italia sulla propria capacità di affrontare una pandemia. A dirlo è la Commissione Europea, come riferisce l’agenzia di stampa Agi, con tanto di motivazione: “potrebbe minare l’interesse pubblico in termini di sicurezza pubblica”. Queste le ragioni con le quali la Commissione ha negato ad un giornalista che lo aveva richiesto lo scorso 22 febbraio, l’accesso alle autovalutazioni triennali che gli Stati membri sono obbligati al inoltrare al Centro di Prevenzione e Controllo delle Malattie Infettive.
Nella risposta che la Commissione Europea ha inviato nei giorni scorsi al cronista di Mediaset Giorgio Sturlese Tosi ed appresa dall’Agi, si legge: “La divulgazione pubblica (di questi documenti, ndr), completa o parziale, potrebbe mettere a repentaglio le misure adottate dalle autorità italiane per rispondere all’emergenza sanitaria, quindi minare la protezione dell’interesse relativo alla sicurezza pubblica”.
UE “NO DIFFUSIONE ATTI SU PREPARAZIONE ITALIA A PANDEMIA”: REPLICA AL GIORNALISTA
Le richieste del giornalista, si legge ancora nelle risposta della Commissione Europea farebbero riferimento ad un documento contenente “il questionario completo che consiste in una serie di domande che riguardano i piani di preparazione e risposta, monitoraggio e valutazione a serie minacce transfrontaliere per la salute pubblica”. In seguito alla mancata risposta al giornalista, spiega ancora l’Agi, il team dei legali dell’azione civile condotta dai familiari delle vittime di Covid era entrato in possesso delle informazioni attraverso l’accesso agli atti al Ministero della Salute. In merito l’avvocato Consuelo Locati (a capo del team dei legali), ha svelato che alla luce di un report pubblico del 2015 “abbiamo appreso che l’Italia insieme a un altro Paese sia stato l’unico Stato Membro dell’Unione a non mandare le autovalutazioni sullo stato della propria preparazione in caso di minacce transfrontaliere, in modo particolare le pandemie, che si sarebbero dovute mandare entro novembre 2014”. Una conferma che, aggiunge il legale, sarebbe giunta anche dai documenti richiesti al Ministero.