Il vaccino non può essere un prerequisito per viaggiare: ad affermarlo è stata l’Unione europea, che con queste parole si è schierata dunque apertamente contro i vertici governativi di Malta e la loro decisione in chiave turistica che ha sollevato non poche polemiche. Ma procediamo con ordine: nella mattinata di oggi, lunedì 12 luglio 2021, il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, in occasione dell’incontro con i giornalisti tenutosi a Bruxelles ha asserito con decisione che “il certificato di vaccinazione non può rappresentare un lasciapassare per esercitare la libertà di circolazione”.
In effetti, non è quanto previsto finora mediante il Green Pass, che consente di spostarsi da un Paese all’altro in caso di contagio passato da Covid-19, certificato vaccinale o, ancora, tampone negativo entro le 48 ore che precedono il viaggio. Wigand ha poi esternato a nome dell’Ue tutta la preoccupazione per la scelta di Malta, che risulta “discriminatoria nei confronti di chi non è vaccinato”: ma cos’è successo, di preciso?
UE: VACCINO NON DEVE ESSERE PREREQUISITO PER I VIAGGI
Christian Wigand ha poi voluto precisare che la Commissione Europea ha preso contatti con il Governo di Malta per chiedere spiegazioni sulle misure annunciate dai vertici del Paese circondato dal mar Mediterraneo. Ricordiamo che negli ultimi giorni entro i suoi confini è scoppiato un vero e proprio focolaio Covid, con decine di studenti, molti dei quali di nazionalità italiana, bloccati sull’isola. Malta ha così stabilito che, d’ora in avanti, vieterà l’ingresso a tutti i viaggiatori che non avranno ultimato il ciclo di vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2.
Il rappresentante dell’Ue ha sottolineato come sia vero che ci sia stata un’impennata di casi positivi in determinati Stati membri dell’Unione, così come è consentita a ciascuno di loro, qualora si palesino esigenze manifeste per la garanzia della tutela della pubblica salute, l’adozione di specifiche restrizioni aggiuntive alla libertà negli spostamenti; tuttavia esse devono essere “proporzionate” e quelle decretate da Malta, agli occhi della Commissione europea, non lo sono. Si attendono ulteriori sviluppi su questa vicenda, che, a prescindere dal suo esito, costituirà un precedente illustre per le scelte future.