Continua a tenere banco la vicenda di Ugo Russo, il 15enne ucciso a Napoli da un carabiniere in borghese durante un tentativo di rapina. Del caso è tornato ad occuparsi Quarto Grado, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi, che ha analizzato un video di poco successivo alla morte del giovane partenopeo per provare a ricostruire la dinamica dei fatti. Per il momento ci sono tre versioni dell’omicidio: la prima, quella del carabiniere, è che gli spari dalla sua pistola siano partiti soltanto dopo aver sentito Ugo scarrellare l’arma e dopo essersi qualificato come un militare dell’Arma. Vi è poi la versione del compagno di rapina di Ugo, secondo cui il carabiniere non solo non si sarebbe qualificato, ma dopo aver esploso il primo colpo sarebbe sceso dall’auto puntando alla nuca di Ugo per altre due volte, in quella che potrebbe dunque essere descritta come una vera e propria esecuzione. E poi c’è la terza versione, quella del testimone oculare…
UGO RUSSO, IL PADRE: “NON CREDO ALLA VERSIONE DEL TESTIMONE”
Il testimone oculare sentito da Quarto Grado ha raccontato che il carabiniere abbia sparato “per sbaglio” ad Ugo: questi infatti, cadendo all’indietro dopo il primo colpo, avrebbe fatto partire un colpo dalla pistola a salve. Spaventato dal botto, il carabiniere avrebbe ferito a morte il 15enne napoletano. Una versione che però non sembra convincere il papà di Ugo, che infatti ai microfoni di Quarto Grado ha dichiarato: “Se credo alla sua versione? Sinceramente, non ci credo? Dove stava lui? Era così vicino che ha sentito tutti questi spari? In ogni caso anche se sta dalla parte del carabiniere lo invito a farsi avanti, deve andare in Procura e non avere paura”. Un appello che rivolge a tutti i cittadini: “Io sono sicuro che qualcuno ha visto: è importante parlare perché questo non deve succedere mai più”.