Tra i tanti soggetti governativi coinvolti dall’inchiesta Covid avviata nel Regno Unito c’è anche il Direttore sanitario – in inglese ‘Chief Medical Officer’ – Chris Whitty che secondo alcuni documenti di cui è entrato in possesso il quotidiano Telegraph sembra essere tra i potenziali responsabili del boom di contagi che si è registrato nelle case di cura in occasione della primissima ondata del virus pandemico, collegato (sempre presumibilmente) a delle linee guida che lui stesso avrebbe approvato.
Prima di arrivare al potenziale ruolo di Chris Whitty, è utile fare un passo indietro per ricordare – o meglio, spiegare, visto che da noi in Italia se n’è parlato poco – che nel periodo tra il 14 marzo e il 12 giugno del 2020 quando il Covid era da poco stato scoperto sul territorio europeo, nel Regno Unito sono stati registrati un totale di 18mila e 500 morti nelle case di cura, pari il 40% del dotale dei decessi imputati al virus pandemico in quello stesso periodo sull’intero suolo britannico.
A lungo si è cercato di capire quale fosse la ragione del boom di contagi e decessi collegati al Covid nelle case di cura, strutture tecnicamente preparate a gestire micro-pandemie e che più di altri avrebbero dovuto rispondere in modo efficace anche al coronavirus cinese: dubbi che – assieme a tanti altri – sono ora oggetto di una vera e propria inchiesta che sta procedendo in larghissima parte a rilento e che secondo molti osservatori non porterà a reali risultati per via della reticenza governativa a collaborare.
Le (presunte) colpe di Chris Whitty nella diffusione del Covid nelle case di cura: le mail visionate dal Telegraph
Una possibile spiegazione al boom di contagi da Covid nelle case di cura britanniche ce la dà, appunto, il quotidiano Telegraph che avrebbe avuto modo di visionare alcune mail interne del dipartimento di salute pubblica, in parte firmate dal Direttore sanitario Chris Whitty: il punto focale – secondo il quotidiano britannico – sarebbe l’approvazione di una serie di linee guida pubblicate il 2 aprile del 2020 e approvate circa una settimana prima dagli uffici governative.

Nelle linee guida, in particolare, emergerebbe il fatto che secondo Chris Whitty e i suoi consiglieri tutti i pazienti senza sintomi da Covid che si trovavano negli ospedali britannici potevano essere tranquillamente trasferiti nelle case di cura senza sottoporli prima al tampone e senza alcun regime di isolamento: una decisione che, com’è facile immaginare, ha causato un vero e proprio boom di infezioni a causa dei pazienti asintomatici, colpendo persone anziane, talvolta immunodepresse e con preesistenti problemi di salute.
Dal conto suo, Chris Whitty già nel 2023 in occasione della Covid Inquiry aveva dichiarato di non essere stato direttamente coinvolto nella catena decisione sulla necessità di “liberare posti letto in ospedale” trasferendo i pazienti nelle case di cura; mentre, confermando che ne fosse quanto meno a conoscenza, ha anche aggiunto che in quella fase della pandemia, per le conoscenze scientifiche a nostra disposizione, quella di “liberare posti letto in ospedale” era la decisione più “prudente” da prendere.