Il caso dell’Università del Sussex recentemente multata dall’organismo di controllo britannico per le sue violazioni sulla libertà di parola è destinata a diventare un vero e proprio caso emblematico a livello inglese – ma forse anche internazionale -, ponendo un chiaro e netto vincolo su quello che un’istituzione scolastica dovrebbe e non dovrebbe fare per garantire quel florido dibattito tra posizioni diverse che dovrebbe essere al centro delle accademie; il tutto mentre – quasi ovviamente, ma ci torneremo – dal conto suo l’Università del Sussex si è difesa appellandosi a delle tutele contro gli atti di bullismo contro i “gruppi soggetti a propaganda dannosa“.
Facendo un passo indietro, è bene ricordare che l’Università del Sussex finì al centro di un vero e proprio caso mediatico nel Regno Unito attorno al 2021 quando la docente femminista e lesbica Kathleen Stock pubblicò un saggio sull’identità di genere nel quale la definiva “meno importate” rispetto all’effettivo sesso biologico delle persone: si sollevò un vero e proprio polverone con una protesta studentesca che passo dai veri e propri cortei contro la docente, fino a minacce di morte che la costrinsero ad assumere delle guardie del corpo per girare nel campus; mentre tutto si risolse qualche mese più tardi quando decise di licenziarsi e abbandonare la cattedra.
L’Università del Sussex multata: secondo l’Office for Students violerebbe la libertà di parola
Proprio il caso della docente Kathleen Stock già sul finire del 2021 aveva portato gli ispettori dell’Office for Students – appunto, l’organismo di controllo governativo sul rispetto della libertà nelle accademie – a porre la loro lente sull’Università del Sussex avviando una lunghissima indagine che si p conclusa solamente ora: l’esito è stato impietoso, tanto che l’OfS ha comminato una sanzione da addirittura 585mila sterline (più di 700mila euro) denotando proprio che il regolamento accademico sarebbe lesivo della libertà di parola.
In particolare, secondo l’OfS il punto critico del regolamento dell’Università del Sussex sarebbe quello in cui si definisce chiaramente che docenti, ricercatori e dipendenti universitari devono “rappresentare positivamente i trans“, negando e vietando ogni tipo di “propaganda transfobica”: una chiara violazione – secondo il direttore per la libertà di parola dell’OfS Arif Ahmed – al “dovere di proteggere la liberà accademica”; mentre dal conto dell’Università del Sussex il professor Roseneil ha denotato che quella regola serve a prevenire “abusi, molestie e bullismo nei nostri campus” con una sentenza da parte dell’OfS che decreta “l’assolutismo libertario della libertà di parola” portando avanti quelle “guerra culturali” che vorrebbe prevenire.