Usa, allarme a Washington per una nuova fuga dati e informazioni sensibili diffuse sul web, dopo le chat segrete del Pentagono, svelate dal giornalista Jeffrey Goldberg, spunta un nuovo caso scoperto dal settimanale tedesco Der Spiegel. Secondo quanto riportato dal giornale infatti, sarebbero state trovate online numerose indicazioni riservate e personali, riguardanti importanti personaggi dell’amministrazione Trump, tra cui consiglieri della Casa Bianca e funzionari dei servizi di sicurezza. In particolare indirizzi privati, email, numeri di telefono e persino le password per accedere ai sistemi governativi, che erano disponibili al pubblico, anche attraverso i comuni motori di ricerca.
In base a quanto stabilito dall’inchiesta che ha definito l’accaduto come “Una grave violazione che mette a rischio la sicurezza nazionale“, i file potrebbero essere stati inseriti in rete grazie ad alcuni attacchi informatici, compiuti da hackers che operano per le agenzie straniere di spionaggio ed è quindi plausibile che alle persone coinvolte siano stati violati i dispositivi personali, installando appositi spyware in grado di accedere a dati e comunicazioni, anche se criptati.
Fuga di dati personali dei consiglieri di Trump, reperibili online anche le password per accedere ai profili social
La fuga di dati sensibili, appartenenti a funzionari di governo e consiglieri di Trump, ha rivelato una falla nella sicurezza dei sistemi informatici statunitensi che potrebbe essere stata utilizzata dai servizi segreti esteri per accedere ad informazioni riservate. L’allarme lanciato da Der Spiegel, ha sottolineato come l’accesso alle comunicazioni e alle chat comuni, abbiano potuto rivelare ed anticipare le strategie sulle operazioni militari e gli attacchi in pianificazione.
Tra i personaggi di spicco coinvolti ci sono nomi importanti, come Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale già sotto inchiesta per la chat del Pentagono su Signal i cui dati di contatto sono stati diffusi sul web, ma anche il segretario della Difesa Pete Hegseth e la direttrice generale dell’Intelligence Tulsi Gabbard. Tutti gli indirizzi e i numeri reperiti sul web, come ha confermato il giornale, risultavano aggiornati ed in uso al momento della scoperta, oltre ad alcune password che potevano essere utilizzate per accedere ai profili social personali su LinkedIn e Instagram.