Qatar, lo sceicco Al Thani rivela: "Usa e Israele hanno contribuito a mantenere Hamas a Gaza, avevano obiettivi strategici. Ecco quali"
COSA HA RIVELATO AL THANI A TUCKER CARLSON
Il rapporto tra Qatar, Hamas, USA e Israele è molto più complesso di quanto spesso si dica pubblicamente e possa sembrare, e lo dimostrano le dichiarazioni di Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar.
Durante l’intervista al Doha Forum con il giornalista americano Tucker Carlson ha rivelato che il Qatar non ha agito da solo: ha gestito Hamas e i fondi a Gaza col consenso delle maggiori potenze coinvolte. Quindi, le politiche di Stati Uniti e Israele hanno contribuito a mantenere Hamas al potere a Gaza, e il Qatar è stato parte di questa strategia.
Le accuse mosse contro il suo Paese ignorano, per Al Thani, la storia recente e quella che ritiene essere una responsabilità condivisa. Si parte dall’apertura dell’ufficio politico di Hamas in Qatar nel 2012: non fu una scelta autonoma, ma una richiesta americana.

In quel momento Hamas stava lasciando la Siria a causa della guerra civile, quindi Washington preferiva che Hamas andasse a Doha piuttosto che finire sotto l’influenza della Turchia, già molto vicina al leader Khaled Meshal.
I FONDI INVIATI A GAZA
Il premier qatariota è passato poi alla questione dei fondi inviati a Gaza, circa 1,8 miliardi di dollari nel decennio che va dal 2012: erano destinati alla popolazione, non direttamente a Hamas, anche se in realtà Gaza era comunque governata interamente dal gruppo. Quei trasferimenti, comunque, vennero effettuati «in coordinamento con USA e Israele», che quindi erano consapevoli e consenzienti.
Ha anche elencato in successione i primi ministri e le agenzie di sicurezza israeliane che hanno approvato l’invio di fondi da parte del Qatar a Gaza negli anni precedenti l’invasione di Hamas il 7 ottobre 2023: «Netanyahu, Bennett, abbiamo avuto a che fare con tutte le agenzie, Lapid è stato il primo ministro a un certo punto di tempo, il Mossad, lo Shin Bet, il Ministero degli Affari Esteri… e il Ministero della Difesa: tutti erano coinvolti».
GLI OBIETTIVI DI ISRAELE E USA
Non deve stupire il via libera di Israele, soprattutto sotto la leadership di Benjamin Netanyahu, perché consentire questi finanziamenti aveva obiettivi strategici, come spiegato dallo sceicco: mantenere Hamas governante a Gaza e quindi divisa dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) in Cisgiordania; indebolire la rappresentanza palestinese complessiva tramite un “divide et impera”, perché due leadership rivali garantivano meno pressione diplomatica e politica su Israele; evitare instabilità immediata nella Striscia, riducendo il rischio di crisi umanitarie estreme che potessero degenerare in conflitto.
Il leader qatariota ha spiegato anche le ragioni del consenso americano: gli USA puntavano a evitare una totale influenza turca su Hamas, volevano mantenere un triangolo di potere regionale (Israele, Qatar, Arabia Saudita) per contenere l’Iran e i suoi alleati, e usare il Qatar come intermediario con Hamas quando necessario, come avvenuto durante la presidenza Trump.
Alcuni settori della destra israeliana hanno accusato il Qatar di finanziare il terrorismo, ma da queste rivelazioni emerge che per molti anni Israele e gli Stati Uniti hanno favorito e utilizzato il ruolo del Qatar nei rapporti con Gaza e Hamas per motivazioni strategiche.
Al Thani ha chiarito che non ci può essere alcuna base nelle affermazioni secondo cui il Qatar finanzia Hamas: «Tutto il nostro aiuto… è andato a Gaza, è andato al popolo, ed è stato sotto un processo molto trasparente di cui gli Stati Uniti sono pienamente consapevoli». Per cui le accuse sono «un modo per diffondere disinformazione».
LA RICOSTRUZIONE DI GAZA E LE ACCUSE AL QATAR
Il Qatar è sempre stato concentrato sulla pace, «e questa pace non può avvenire senza un impegno con tutti nella regione». Ma non sosterrà il conto per la ricostruzione di Gaza: «Non siamo noi che scriveremo l’assegno per ricostruire ciò che altri hanno distrutto».
Infatti, lo sceicco ha annunciato che il Qatar limiterà i suoi finanziamenti agli aiuti umanitari, ma continuerà a sostenere il popolo palestinese e farà tutto il possibile per alleviare la sua sofferenza: «I nostri pagamenti andranno ad aiutare il popolo palestinese solo se vediamo che l’aiuto che arriva a loro è insufficiente».
Un portavoce del governo del Qatar ha in seguito chiarito che Doha si oppone solo al finanziamento della ricostruzione di Gaza da sola. Ha indicato che il Qatar è disposto a finanziare tali progetti se lo farà insieme ad altri Paesi di tutto il mondo.
