"Usa fuori dalla NATO? Europa può tornare protagonista"/ Generale Camporini: "Ecco come cambiare assetto"
“Europeizzare” la NATO per prepararsi all’uscita di scena degli Stati Uniti dall’architettura di difesa occidentale: è questa la strada che l’Unione europea deve seguire secondo il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa. Ne parla in un editoriale pubblicato lunedì da Il Foglio, in cui invita l’Europa a tornare protagonista: deve assumere un ruolo più attivo e rafforzare la sua autonomia, soprattutto alla luce del rischio che Donald Trump faccia uscire gli USA dall’Alleanza Atlantica o riduca drasticamente il coinvolgimento americano.
L’analisi geopolitica offerta da Camporini arriva in un momento importante, visto che all’orizzonte c’è il vertice all’Aia. Da un punto di vista meramente formale, il presidente statunitense avrebbe bisogno del voto favorevole di due terzi del Senato per far uscire gli Stati Uniti dall’Alleanza. L’alternativa è ridurre il contributo americano e ritirare truppe e personale senza violare la legge.
Di sicuro, per l’Europa è arrivato il momento – aggiunge il generale – di iniziare a prepararsi per sostituire gradualmente il personale militare e civile statunitense. Secondo Camporini, non sarebbe tecnicamente difficile né troppo costoso, visto che gli USA contribuiscono solo per il 15,9% al bilancio della NATO (circa 4,5 miliardi di euro per il 2025).

Per certi versi, l’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa si allinea alla posizione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, secondo cui l’Alleanza deve cambiare per avere “senso”. Per una riorganizzazione profonda servirebbe una revisione dei trattati fondativi, soprattutto quello del 1949.
LA RIFORMA DELLA NATO SECONDO CAMPORINI
Ci sono accordi che andrebbero modificati in maniera significativa, altri solo marginalmente, come la Convenzione di Londra sullo “Stato delle Forze”. Ma l’idea, in generale, è che l’Europa, eventualmente con il Canada, assuma un ruolo centrale nell’Alleanza.
“Le modifiche da apportare non sono poi rivoluzionarie“, scrive il generale, secondo cui “la deterrenza dell’articolo 5 dovrebbe essere garantita dalle capacità militari collettive dei Paesi europei, determinati a proteggersi vicendevolmente“.
Gli europei dovrebbero rafforzare la loro cooperazione militare, modernizzare gli equipaggiamenti e prepararsi a difendersi autonomamente, mantenendo però il quadro istituzionale e organizzativo esistente dell’Alleanza, con gli USA eventualmente a contribuire in forma indiretta, ad esempio con intelligence, supporto satellitare, logistica e munizioni.
“L’iniziativa si sposterebbe verso il nostro continente, non più attore passivo, ma tornato a essere protagonista“, conclude il generale su Il Foglio.