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Home » Esteri » Medio Oriente » USA-IRAN/ Tutte le incognite di un accordo rischioso (nonostante Trump) che preoccupa Israele

  • Medio Oriente
  • Usa
  • Esteri

USA-IRAN/ Tutte le incognite di un accordo rischioso (nonostante Trump) che preoccupa Israele

Int. Vincenzo Giallongo
Pubblicato 16 Maggio 2025
Negoziati Iran-Usa su nucleare in Oman

Negoziati Iran-Usa in Oman: il ministro degli Esteri Abbas Araghchi (ANSA-EPA 2025)

Trump sostiene che l’accordo sul nucleare iraniano è vicino, in realtà i punti da chiarire sono ancora molti, a cominciare dagli aiuti a Houthi e Hezbollah

Secondo Trump, USA e Iran sarebbero vicini a un accordo sul nucleare. Ma non è detto che le parti siano così prossime a firmare un’intesa che tolga le sanzioni a Teheran con la promessa che non costruirà armi nucleari. Le incognite, osserva Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri con all’attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, sono ancora molte, e gli USA, per il desiderio del loro presidente di presentarsi come pacificatore del mondo, rischiano di firmare un accordo monco, che in realtà non risolverebbe la questione.


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Sul piatto, ad esempio, ci sono gli aiuti dell’Iran a Houthi e Hezbollah, ma anche il sistema missilistico degli ayatollah, che costituisce comunque un pericolo. L’intesa, insomma, non sarebbe così facile come sembra dalle parole di Trump e potrebbe far arrabbiare Israele, al punto da pensare a un attacco contro gli iraniani.


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Trump dice che gli USA si stanno avvicinando a un accordo con l’Iran per il nucleare. Un annuncio a effetto o si va verso l’intesa?

Le dichiarazioni di Trump sembrano quelle di uno showman, a uso e consumo dei suoi interlocutori del momento. Non per niente le ha fatte a chiusura degli accordi di Doha con il Qatar, sicuramente accordi molto positivi per quanto riguarda gli statunitensi. In realtà, penso che iraniani e americani si stiano parlando, ma che le distanze tra loro siano ancora molto grandi.

Perché l’ottimismo del presidente americano è ingiustificato?

Non dobbiamo dimenticare che il problema non è solo l’arricchimento dell’uranio, in merito al quale Teheran pare abbia già raggiunto il livello del 60%, sufficiente per realizzare una testata nucleare. Se gli USA si focalizzano su un accordo ridotto a questo, non se ne esce. È necessario, infatti, che l’Iran accetti di rivedere il suo programma missilistico-balistico e che cessi assolutamente il sostegno agli Houthi e agli Hezbollah. Non si può prescindere da questi ulteriori due argomenti se si vuole veramente fare un accordo serio con l’Iran.


Ultime notizie/ Ultim’ora oggi, Von der Leyen: “Serve una via negoziale con Teheran” (16 giugno 2025)


Fino a che punto sono disposti ad arrivare gli iraniani?

Le sanzioni fanno molto male al Paese, ma è difficile capire cos’hanno in testa. I pasdaran, comunque, non danno alcun valore alla vita dei loro concittadini: piuttosto li fanno morire di fame, ma non rinunciano ai loro progetti di belligeranza.

Il presidente americano, comunque, prima delle dichiarazioni ottimistiche sulla fine dei negoziati, aveva messo in guardia l’Iran, dicendo che non deve più sostenere i suoi proxy nell’area. Gli USA sono consapevoli che su questo non possono mollare?

Non solo l’Iran non deve più aiutare Houthi ed Hezbollah, ma deve anche rivedere il programma missilistico-balistico. Anche per questo, quella di Trump credo sia una boutade: può darsi che stiano cercando un accordo, ma non penso che sia vicino. L’Iran è interessato alla revoca delle sanzioni, ma non so quanto sia disponibile a rinunciare all’arricchimento sull’uranio.

Senza le sanzioni potrebbero tirare il fiato. Insomma, ci stanno provando: spero che Trump non ci caschi. Nel suo entourage c’è qualcuno più pragmatico, come Mike Waltz, che sta mettendo in guardia l’amministrazione, ma ha perso in considerazione ed è quasi un ex del gruppo.

Gli israeliani come la pensano? Il raffreddamento dei rapporti con gli USA dipende dalla gestione di questa partita?

Netanyahu, che per quanto discutibile è un animale politico, più preparato di Trump, ha capito che un’intesa al ribasso non porterà niente di buono agli Stati Uniti e neanche a Israele. Il raffreddamento dei rapporti non ha a che vedere con il numero dei morti in Palestina; c’entra molto, invece, con il possibile accordo sul nucleare con gli ayatollah.

L’Iran non potrebbe aver bisogno della revoca delle sanzioni al punto tale da assecondare le richieste americane su proxy e sistema missilistico?

Ne discuterà, ma non rinuncerà a niente. Per questo non mi sento di essere ottimista. Temo, tuttavia, che possa arrivare a firmare un accordo parziale, non a breve, e in questo caso per gli Stati Uniti non sarebbe positivo.

Quali sarebbero i termini di questo possibile accordo di compromesso?

Potrebbe comportare una riduzione parziale delle sanzioni con la possibilità per gli iraniani di continuare con il programma nucleare a livello civile, o almeno quello che Teheran presenterà come finalizzato all’arricchimento per usi civili.

Ali Shamkhani, consigliere di Khamenei, ha detto a NBC News che l’Iran è pronto a un accordo in cambio della revoca immediata delle sanzioni e per questo è disposto a liberarsi delle sue scorte di uranio altamente arricchito. Non potrebbe essere questo il punto di equilibrio?

Un conto sono le dichiarazioni, un conto sono i fatti. Paesi come l’Iran o anche la stessa Russia a volte cercano di buttare fumo negli occhi, ma alla fine difficilmente realizzano quello che hanno promesso in pompa magna.

Può darsi che Trump finisca per concedere qualcosa anche per tenersi buoni i russi, con i quali sta riallacciando i rapporti e che sono alleati degli iraniani?

I russi stanno facendo fare tante brutte figure a Trump, facendo leva sul fatto che il presidente americano vuole presentarsi come l’uomo che ha pacificato il mondo: è un po’ prigioniero dell’idea che ha di sé stesso come pacificatore. In realtà vuole troppo e rischia di farsi ridicolizzare. Potrebbe succedere anche con l’Iran: il problema non è neanche l’accordo in sé, ma i meccanismi perché vengano messe in atto verifiche serie su quanto è stato concordato.

Bisognerà vedere come sarà smantellato il materiale nucleare, se gli iraniani permetteranno davvero a commissioni americane di andare sul posto a controllare, dove saranno i siti per lo smaltimento. Anche se la trattativa fosse ben avviata, l’accordo sarebbe molto complesso da raggiungere. Non credo arriverà a breve: ci sono ancora troppe ambiguità.

Sul tavolo della trattativa ci sarebbe la proposta iraniana di un consorzio per l’arricchimento dell’uranio da creare con gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita e investitori americani. Un’idea su cui si potrebbe lavorare?

Mi sembra un po’ azzardata. Capisco solo che l’Iran cerchi di aprire al mondo islamico non sciita: è in difficoltà e gli conviene mantenere per quanto possibile buoni rapporti con i vicini. Per il resto, mi sembrano dichiarazioni fatte apposta per confondere le idee.

Se non dovessero arrivare all’accordo o se l’intesa fosse solo parziale, cosa potrebbe succedere?

È più facile che si possa arrivare a un accordo parziale, perché si sono seduti al tavolo delle trattative, e andarsene a mani vuote darebbe fastidio a tutti. Trump potrebbe credere a promesse che poi difficilmente verrebbero mantenute. Il problema sarà vedere come reagirà Israele: Netanyahu non è al tavolo dei negoziati e viene a conoscenza dei risultati per interposta persona.

Ma le forze armate israeliane hanno la capacità, eventualmente, di tentare di attaccare da sole l’Iran?

In questo momento penso che ce l’abbiano. E comunque, non dimentichiamo che in caso di conflitto gli USA entreranno a fianco di Israele. Possono litigare quanto si vuole, ma tra i due Paesi c’è un tipo di legame che va al di là delle possibili divergenze fra Netanyahu e Trump.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Donald TrumpBenjamin Netanyahu

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