Nella giornata di ieri gli USA hanno confermato di aver raggiunto un primo accordo su di una temporanea tregua sul Mar Nero tra Ucraina e Russia – confermato anche dalle fonti governative del Cremlino e dal presidente ucraino Zelensky – che dovrebbe aprire ad una nuova fase nelle discussioni per la pace definitiva tra i due belligeranti partendo (com’era già stato anticipato nelle ultime settimane) da un’interruzione degli attacchi contro le infrastrutture energetiche dei rispettivi paesi: un accordo – insomma – piuttosto importante, anche perché tra le varie clausole discusse tra Trump, Zelensky e Putin ci sarebbe anche una parziale ripresa del commercio internazionale per la Russia passando proprio per il Mar Nero e – forse soprattutto – le revoca di alcune delle sanzioni internazionali.
Partendo da quello che possiamo tranquillamente definire il punto più importante dell’accordo sul Mar Nero stipulato dopo tre lunghe giornate di trattative tra le delegazioni, Russia e Ucraina hanno pattuito di interrompere completamente gli attacchi contro le infrastrutture energetiche dei due paesi: i dettagli arrivano dal Cremlino che precisa che il divieto avrà una durata iniziale di 30 giorni – ovviamente prorogabili – a partire dallo scorso 18 marzo; fermo restando che le due parti potranno revocare la loro partecipazione in qualsiasi momento nel caso in cui l’avversario non rispetti il vincolo.
Cosa prevede l’accorso sul Mar Rosso tra USA, Russia e Ucraina: rilascio di prigionieri, rimozione delle sanzioni e ripresa del commercio
Oltre a questo – certamente centrale – punto, il resto dell’accordo verte interamente sul Mar Nero, partendo dalla precisazione che da questo momento (senza limiti ma con il vincolo che il mancato rispetto da parte di uno dei due paesi causerà la recessione dell’accordo dell’altro) sarà garantita la navigazione sicura a qualsiasi nave commerciale – russa, ucraina e di qualsiasi altro paese – e l’interruzione del transito per le navi militari.
Alla navigazione sicura nel Mar Rosso le tre delegazioni di mediatori ci sono arrivate con due importanti vincoli: dal lato ucraino si continuerà a garantire tutto l’aiuto necessario – coadiuvato ovviamente dagli Stati Uniti – per liberare i prigionieri russi ed ucraini e per garantire il ritorno dei bambini deportati forzatamente da Kiev.
Dal lato russo la richiesta è quella di garantire il ripristino del commercio di prodotti agricoli, ittici e dei fertilizzanti anche – o meglio, soprattutto – attraverso la rimozione delle sanzioni internazionali (punto che secondo il Cremlino deve essere il primo affinché il resto dell’accordo entri in vigore) contro il commercio, contro le aziende dedite ai tre mercati e contro l’importazione di macchinari e beni produttivi.