MENTRE PROSEGUE LO SHUTDOWN DI USAID EMERGONO ALTRE INQUIETANTI ACCUSE ALL’AGENZIA DIFESA DAI DEM
Non è solo “Gaza come riviera del Medio Oriente” a scatenare proteste contro l’Amministrazione Trump: dopo il blocco dei fondi federali e le politiche di spending review lanciate dal neo-responsabile del DOGE Elon Musk, è il capitolo USAID a far discutere e molto l’intera America. Dai trumpiani che appoggiano la de-costruzione dell’Agenzia made in US per lo sviluppo internazionale, ai democratici che invece scendono in piazza accusando la Casa Bianca di voler mettere fine ai diritti civili faticosamente conquistati, dalle istanze LGBTQ a quelle degli afroamericani; sono però le accuse e le presunte responsabilità di USAID a far discutere ulteriormente in questi giorni, specie dopo quanto emerso sulla presunta volontà dei funzionari dell’agenzia di condizionare scelte in politica estera, se non proprio manipolare l’opinione pubblica finanziando giornali e media.
Oltre al lungo elenco di accuse che già erano emerse dopo i primi shutdown di Trump & Musk, sono le dichiarazioni choc rilanciate dall’ex funzionario del Dipartimento di Stato Mike Benz – intervistato in tv americana dal giornalista Greenwald – a rivelare un’ombra ancora più oscura e controversa dietro la gestione dell’agenzia USAID: «era un braccio operativo della politica estera degli Stati Uniti», denuncia l’ex funzionario durante la prima amministrazione Trump. Dalla CIA alle sigle della sicurezza americana, l’USAID avrebbe addirittura partecipato a manipolazioni ed ingerenze sui Governi stranieri: al netto delle prove effettive che ancora mancano, e con una nutrita schiera di fake news che stanno emergendo in queste settimane sulla stessa USAID, alcuni elementi posti da Benz rischiano di scatenare uno scandalo nazionale per la presunta disinformazione “promossa” dalla stessa agenzia nel corso dei vari anni di Presidenza dem alla Casa Bianca.
Tra le accuse principali, l’USAID avrebbe procurato fondi ingenti alle ong per convincere alcuni Governi stranieri (dalla Serbia all’est Europa, ma non solo) ad emanare delle leggi ad hoc che potessero imporre un controllo della stampa, una censura architettata per mettere in difficoltà Stati esteri considerati “scomodi”. Se da un lato le prime accuse emerse in queste settimane manifestavano svariati finanziamenti a politiche woke per instaurare la “diversity culture”, o legare l’amministrazione USA a progetti green/sostenibili (non senza rischiosi legami con il narcotraffico), la realtà denunciata da Benz (e tradotta in Italia da “Inside Over”, ndr) è alquanto più controversa: «le iniziative di USAID puntavano a destabilizzare Governi considerati scomodi».
CAOS MEDIA & GIORNALI, I FONDI STANZIATI DA USAID E GLI ABBONAMENTI ORA IN CRISI
Dall’Ucraina alla Georgia, dalla Serbia fino alla Colombia e il Bangladesh, è lunga la lista di Paesi esteri dove i finanziamenti di USAID sarebbero caduti a pioggia su governi, associazioni e think thank: a far sorgere più di un dubbio sulle positive intenzioni dell’agenzia americana, la situazione in corso con i finanziamenti a media e giornali USA non depone a favore di chi difende l’operato di USAID contro le intemerate del Presidente Trump. Se negli scorsi giorni gli abbonamenti di “Politico” sono stati bloccati per mancanza di fondi complessivi, la lista degli enti editoriali finanziati negli anni sarebbe lunghissima e variegata: dalla BBC (tramite un ente benefico) al Kyiv Independent, allo stesso “Politico” (anche se con cifre decisamente minori alla bufala circolata sugli 8 milioni di dollari, si tratterebbe “solo” di 24mila dollari), Stati Uniti e altri Paesi mondiali sono al centro di questi fondi stanziati.
Secondo un report di RSF (Reporter senza confini), il blocco imposto dallo shutdown di Trump ha di fatto congelato finanziamenti da quasi 270 milioni di dollari destinati al “giornalismo indipendente”: quasi 6mila giornalisti con 300 ong e 700 redazioni, il sospetto emerso è che i finanziamenti di USAID non fosse tanto per motivi umanitari di libertà di stampa, ma un modo di imporre e manipolare l’opinione pubblica, se non anche i Governi stranieri. La Casa Bianca ha confermato che il DOGE Team di Musk sta provvedendo a bloccare i finanziamenti a cascata che sarebbero stati inviati negli anni a varie realtà sparse nel mondo per creare un “soft power” più incline all’amministrazione Biden (e Obama a suo tempo): le testate, a partire da “Politico” smentiscono categoricamente l’arrivo di finanziamenti diretti, ma sono sempre i giornalisti d’inchiesta anti-USAID che replicano sulla presenza di abbonamenti “pro” da parte di associazioni o organizzazioni legate comunque all’agenzia USAID. Occorrerà capire nel tempo se le intenzioni e gli atti compiuti da USAID siano inclini al rispetto della libertà di parola e di stampa, ma nel frattempo il rischio dell’indipendenza reale di parte del giornalismo globale è messo fortemente in discussione.
America literally needs a second USAID to stop the attacks on American interests being carried out by the existing USAID https://t.co/MWbQ2ImKro
— Mike Benz (@MikeBenzCyber) February 6, 2025