L'ONU presenterà un report il 10 ottobre 2025 sull'utero in affitto: “violenza sempre contro le donne, soprusi ai bambini”. Modello italiano riconosciuto
UTERO IN AFFITTO COME REATO UNIVERSALE: L’ONU “CONCORDA” CON L’ITALIA
È giusto che l’Italia abbia introdotto un sistema di legge che riconosca l’utero in affitto – o più giuridicamente parlando la “gestazione per altri” – come un reato universale, sempre e comunque: l’impulso arriva niente meno che dall’ONU, con la relatrice speciale per la violenza contro le donne e le ragazze, Reem Alsalem.
Dopo una lunga ricerca che risuona un po’ come una “commissione d’inchiesta” sulla maternità surrogata, la responsabile delle Nazioni Unite ha annunciato che discuterà nell’Assemblea Plenaria dell’ONU il prossimo 10 ottobre 2025 un rapporto che mira a esprimere la GPA come «sempre espressione di violenza alle donne». Il report originario, in data 14 luglio 2025, è stato annunciato solo a fine agosto dalla stessa Alsalem che implicitamente ha riconosciuto l’utero in affitto esattamente come dichiarato dalla legge del Governo Meloni approvata il 18 ottobre 2024, ovvero invitando ogni Stato internazionale a vietare tale pratica.

Andando contro una parte consistente dell’opinione pubblica occidentale che invece vede la maternità surrogata come un atto altruista e generoso, l’ONU nel suo report specifico (coinvolte circa 120 realtà tra agenzie, associazioni, civili, medici e Stati) non riconosce tale elemento giuridico dell’altruismo e anzi identifica in una pratica violenza e non consigliabile la GPA.
MATERNITÀ SURROGATA TRA VIOLENZA, SOPRUSI E ALTRUISMO NON RICONOSCIUTO
«Non vi è nessuna realtà altruistica nella maternità surrogata», riconosce il report che sarà presentato davanti a tutti i Paesi membri dell’ONU in autunno, e anzi la GPA viene accumunata tanto quella commerciale quanto quella “generosa” delle donne che si sottopongono all’utero in affitto per coppie in arrivo da ogni parte del mondo. Se infatti in molti stati la gravidanza surrogata è vietata nei termini di una compravendita di bambini, è invece tollerata da alcuni se si tratta di una GPA “altruista”.

Ebbene, il report ONU invece si avvicina al modello italiano che ha riconosciuto il reato universale sempre e comunque di qualsiasi utero in affitto: l’elenco di fattori negativi e nefasti nella maternità surrogata è lunghissimo, e va dalle differenze sociali create (madri surrogate povere sfruttate da comunità ben abbienti) al costo della pratica altissimo, con connotazioni razziste (donne occidentali ricevono in media un compenso 100 volte superiore per i propri gameti rispetto ad altre donne migranti o comunque non culturalmente evolute).
Una violenza e uno sfruttamento della donna, ma non solo: l’utero in affitto è anche un sopruso e un affronto ai bambini stessi, che vengono strappati dalla madre naturale e venduti come se si trattasse di merce normale. Secondo quanto stabile il report e gli studi del’ONU citati in questo documento integrale, «le persone nate da GPA dimostrano uno sviluppo disturbato dell’attaccamento con manifestazioni di disturbi mentali».
Che sia per “altruismo” o per necessità economiche, le Nazioni Unite identificano in un crimine comunque la vendita di un neonato: il consenso, da solo, «non può giustificare violazioni dei diritti umani». L’invito dell’ONU agli Stati per legiferare in tal senso diventa di fatto un’esplicito riconoscimento dell’operato del Governo italiano che ha definito reato universale e violenza sempre ogni pratica di utero in affitto, tanto in Italia quanto all’estero.
