Con tutto quello che sta succedendo nel mondo, intraprendere un viaggio non dà quel senso di spensieratezza di un tempo, nonostante nella pratica, viaggiare, oggigiorno sia più semplice che mai. Voli low‑cost, hotel a tariffe stracciate e pacchetti “tutto incluso” rendono possibile partire con un click. Eppure, la voglia di avventura deve fare i conti con un fattore che nessuna offerta può scontare: la sicurezza personale.
Ogni anno, infatti, nuovi dati ci costringono a ricalibrare le nostre scelte di vacanza. Stavolta è l’“Indice di sicurezza 2025” della piattaforma serba Numbeo a mettere in discussione mete apparentemente insospettabili. Il risultato? Alcuni Paesi di cui sentiamo parlare tutti i giorni scivolano in fondo alla classifica, mentre altri – spesso considerati “di nicchia” – si confermano pericolosissimi.
E’ incredibile quanto sorprenda la top 10 dei luoghi meno raccomandabili. Tanto per cominciare, ci sono nomi che nessuno immaginerebbe di vedere accanto a Venezuela o Afghanistan. Sarebbe meglio riconsiderare la lista dei desideri prima di prenotare il prossimo volo.
La classifica nera del 2025
Prima di tutto, una domanda: come funziona l’indice? Numbeo basa la sua graduatoria sul crowdsourcing: i residenti (e talvolta i visitatori) valutano la criminalità percepita, la sicurezza di giorno e di notte, il rischio di aggressioni, furti e discriminazioni (genere, etnia, religione). Non si tratta, quindi, di statistiche “ufficiali” di polizia, ma di come le persone avvertono il pericolo nel quotidiano. È un termometro utile perché incrocia dati concreti e sensazioni di chi vive sul posto: la percezione, in fondo, influenza le decisioni di chi parte più dei numeri nudi e crudi.

Ecco i dieci Paesi con il punteggio di sicurezza più basso (su 100) secondo Numbeo:
- Venezuela (19,3)
- Papua Nuova Guinea (19,7)
- Haiti (21,1)
- Afghanistan (24,9)
- Sudafrica (25,3)
- Honduras (28,0)
- Trinidad e Tobago (29,1)
- Siria (31,9)
- Giamaica (32,6)
- Perù (32,9)
Perché sono così a rischio? Il Venezuela vive una crisi politica ed economica cronica che alimenta rapine a mano armata, sequestri e omicidi. Nel frattempo la Nuova Guinea soffre di violenze di gang e scarsa presenza dello Stato sul territorio. Haiti è segnato dal controllo delle bande armate su interi quartieri della capitale e da istituzioni fragili, mentre com’è ben noto, l’ Afghanistan resta instabile per conflitti e terrorismo.
Ed ecco la sorpresa con il Sudafrica: il Paese registra tassi elevati di rapine violente, furti d’auto e aggressioni sessuali, specie nelle grandi città. Gli altri Paesi in lista mostrano situazioni simili: criminalità diffusa, bassa fiducia nelle forze dell’ordine e tensioni sociali che scoraggiano viaggiatori e investitori. Scorrendo la graduatoria completa (146 nazioni), spunta un altro dato inatteso: gli Stati Uniti all’89° posto (50,8) e il Regno Unito all’87° (51,7). Pur lontani dai livelli di pericolo dei primi dieci, restano sotto la media: la percezione di insicurezza è alimentata da sparatorie di massa, disuguaglianze o – nel caso britannico – l’aumento di reati con coltelli e micro‑criminalità urbana.
Se cerchi tranquillità, Andorra, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Taiwan guidano la top 10 dei Paesi più sicuri, tutti oltre quota 80. Meritano menzione anche Oman, Isola di Man, Hong Kong, Armenia, Singapore e Giappone: politiche di sicurezza efficaci, controllo capillare del territorio e bassi tassi di criminalità rendono queste destinazioni appetibili per chi mette la serenità al primo posto.