Novità dai Pfizer Papers: CDC e FDA avrebbero retrodatato le segnalazioni degli effetti avversi dei vaccini Covid per nasconderle
Continuano a susseguirsi le rivelazioni contenute nei Pfizer Papers, pubblicati dal senatore statunitense Ron Johnson, che starebbe provando a far luce sugli effetti avversi – veri, presunti o nascosti che siano – dei vaccini Covid, scavando a fondo in oltre 450 mila pagine di documenti interni scambiati tra i CDC (ovvero i Centers for Disease Control and Prevention) e l’FDA (ovvero la Food and Drug Administration), rispettivamente l’ente di vigilanza sulle malattie e l’ente regolatore dei farmaci negli Stati Uniti: documenti importanti, che potrebbero effettivamente portare a una svolta in questa lunghissima richiesta di chiarimenti da parte dei cittadini sulla realtà dietro ai vaccini Covid; ma che, nel frattempo, sono misteriosamente spariti dal web.
Partendo dal principio, già in occasione della prima pubblicazione dei Pfizer Papers, il senatore Johnson disse davanti alla platea del Senato che gli effetti avversi dei vaccini Covid non erano affatto sconosciuti quando iniziarono le ormai note campagne di vaccinazione di massa: ufficialmente riportati come “rari e lievi”, tali effetti collaterali erano già stati ampiamente osservati in Israele e gridavano a gran voce un forte rischio di infiammazioni cardiache; con il senatore che accusò FDA, CDC e l’ex presidente Joe Biden di aver deliberatamente nascosto i dati per non danneggiare l’immagine pubblica dei vaccini Covid.
Gli effetti avversi sui vaccini Covid nascosti da CDC e FDA: il meccanismo della retrodatazione
Tornando al presente, pur essendo ormai spariti dal web, i Pfizer Papers sono stati ampiamente controllati dal quotidiano La Verità, che avrebbe scoperto l’esistenza di un vero e proprio meccanismo – più o meno sistematico – per nascondere gli effetti avversi dei vaccini Covid agli occhi di un osservatore poco attento: un meccanismo che passerebbe dal retrodatare gli effetti negativi di circa una ventina d’anni, in modo che non risultino tra il computo relativo agli anni delle vaccinazioni.
Complessivamente, le segnalazioni relative al 2001 di effetti avversi sarebbero almeno 1.239, tutte riportanti la dicitura “per vaccino Covid-19”; ma ancor più interessante è notare che sono in totale oltre 73 mila le altre segnalazioni che non presentano alcuna data o che risalgono ai primi anni del ’900, quando (ovviamente) né il vaccino né il coronavirus cinese esistevano: va detto che potrebbe certamente trattarsi di un errore involontario, ma la tesi, forse, non reggerebbe particolarmente il confronto con le oltre 74 mila segnalazioni sbagliate.
Sempre a gettare fango sulla teoria dell’errore da parte di CDC e FDA (che comunque, ricordiamo, sono le massime autorità sanitarie negli USA, teoricamente poco avvezze agli errori), ci sarebbero anche quelle migliaia – non è chiaro quante siano – di segnalazioni che non citano il vaccino Covid ma un’origine “sconosciuta” e che descrivono nel filo e nel segno i sintomi tipici osservati in chi ha sperimentato gli effetti avversi, peraltro correlati nella descrizione dalla dicitura “Turbo Covax Disease” associata, appunto, alla vaccinazione.