“Vaccino a Natale improbabile”/ Agenzia farmaco smentisce Conte: “Governi in ritardo”
Rasi (direttore Agenzia Farmaco Ue) “smonta” l’annuncio di Conte sul vaccino a Natale: “improbabile, piuttosto arriverà per giugno ma non sarà subito per tutti. Governi in ritardo”

«Servirà un anno per vaccinare tutti e si potrà iniziare davvero solo in estate. Vaccino a Natale? Altamente improbabile»: è il senso dell’importante intervista rilasciata oggi a “Repubblica” dal direttore dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) Guido Rasi. Dopo l’annuncio fatto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in entrambe le ultime conferenze stampa su Dpcm e Dl Ristori, ora arriva la smentita secca e competente da parte dell’agenzia che definirà le tempistiche e il coordinamento della vasta campagna di vaccinazione anti-Covid che giocoforza dovrà avvenire nei prossimi mesi. «L’arrivo di un vaccino entro Natale è ancora possibile, ma è estremamente difficile se non improbabile, dato che le case farmaceutiche non ci hanno ancora presentato i dati clinici delle sperimentazioni e praticamente siamo a novembre», spiega il n.1 dell’Ema che ritiene assai più probabile che invece le prime vere dosi possano arrivare tra gennaio e febbraio 2021: «Ne abbiamo tre che hanno completato o stanno per completare la terza fase della sperimentazione: Moderna, AstraZeneca e Pfizer. Ora devono analizzare i dati e compattarli. Se entro fine novembre ci manderanno informazioni chiare e inequivocabili potremo farcela appunto tra fine gennaio e inizio febbraio».
LE REALI TEMPISTICHE DEL VACCINO
Come però già sottolineato nei giorni scorsi nelle varie risposte degli esperti all’annuncio “roboante” del Premier Conte, il vaccino non potrà essere disponibile subito e per tutti: i primi a ricevere il vaccino saranno le categorie più rischio ma solo dopo qualche mese si potrà capire se e come avrà effetto quel vaccino. «Entro l’estate inizieremo ad avere abbastanza vaccinati per vedere gli effetti sulla pandemia», spiega ancora Rasi a Rep, ribadendo come l’Agenzia europea del farmaco non potrà fin da subito dare via libera per tutti i cittadini europei «Per vaccinare 400 milioni di persone servono 500-600 milioni di dosi e averle entro la fine del prossimo anno non sarà possibile». Sulle previsioni a riguardo delle tempistiche, il direttore dell’Agenzia prova a ipotizzare un percorso a step: «la velocità dipenderà dall’efficienza dei vaccini, dalla bontà dei piani vaccinali dei governi, da quelli per la comunicazione mirata a convincere le persone a vaccinarsi e dal monitoraggio per tarare le strategie vaccinali e aumentarne l’efficacia». Ma per una “vita normale” fuori dal Covid probabilmente bisognerà attendere la fine del 2021, con il vaccino e l’immunità di massa che avranno fatto la parte dei “leoni”: «Se i governi non preparano subito i piani per la vaccinazione – avverte Rasi – rischiamo di rallentare il processo di 4-5 mesi e di pagare l’inazione, così come oggi scontiamo alcuni errori del recente passato». Su questo l’Ema è assai preoccupata, conclude il suo direttore «Non vedo preparare i piani nazionali per la distribuzione, ma capiremo solo a ridosso dell’autorizzazione l’efficienza percentuale di ciascun vaccino, centrale per tarare la strategia». Non solo, secondo Rasi solo nell’evoluzione del vaccino si potrà capire la durata reale dell’immunità (circa 4-6 mesi dopo l’inizio della vaccinazione servirà per capirlo) e «sapremo all’ultimo se saranno approvati vaccini che prevengono la trasmissione del virus o la malattia».
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