Mentre l’Italia si prepara a ricevere le prime dosi del vaccino autoreplicante Covid Kostaive, il dibattito scientifico si fa sempre più infuocato: questo siero, basato su una particolare tecnologia mRNA, rappresenta senza dubbio un salto quantico nella ricerca immunologica, permettendo di ottenere una risposta immunitaria piuttosto potente con dosi fino a 100 volte inferiori rispetto ai vaccini tradizionali.
Ma proprio questa sua capacità di autoamplificarsi nell’organismo umano solleva dubbi e perplessità senza precedenti nel panorama scientifico: diversi ricercatori indipendenti hanno, difatti, manifestato la loro preoccupazione per la possibile persistenza a lungo termine del materiale genetico nelle cellule, con effetti che potrebbero manifestarsi anche dopo numerosi anni dall’inoculazione.
Emblematico, in questo senso, è il caso del Giappone – primo Paese ad approvare questo vaccino autoreplicante Covid – che dimostra come la comunità scientifica sia fortemente polarizzata: da un lato gli entusiasti, che vedono in questa tecnologia la soluzione definitiva a possibili epidemie e pandemie; dall’altro, i più cauti e scettici temono conseguenze irreversibili sul genoma umano.
La recente pubblicazione su Nature di uno studio che dimostra possibili alterazioni post-trascrizionali ha amplificato ancor di più il dibattito, portando molti medici a richiedere maggiori garanzie prima che avvenga la diffusione su larga scala.
Vaccino autoreplicante Covid: tra progresso scientifico e rischi imponderabili
Uno degli elementi di questa nuova generazione di vaccini risiede nella loro capacità di comportarsi come veri e propri “programmi viventi” all’interno dell’organismo: in modo differente rispetto ai vaccini tradizionali, in cui la quantità di principio attivo è già conosciuta e monitorata, il vaccino autoreplicante Covid potrebbe – teoricamente – continuare a produrre proteine Spike per un periodo indeterminato, con possibili effetti a cascata su vari sistemi biologici.
La Commissione Medico Scientifica Indipendente ha di recente reso pubblico un rapporto allarmante che mette in guardia sulla possibilità di trasmissione orizzontale del materiale genetico attraverso fluidi biologici, ipotesi che, se confermata, rivoluzionerebbe completamente il concetto stesso di vaccinazione.
D’altro canto, però, i sostenitori del vaccino autoreplicante Covid rimarcano come questo siero potrebbe essere l’unica soluzione pratica ed efficace contro future varianti del virus, soprattutto in considerazione della sua capacità di indurre una risposta immunitaria più duratura nel tempo.
Nel momento in cui il Governo italiano valuta se aderire alla distribuzione europea, molti cittadini si domandano se questa rivoluzione medica non nasconda in realtà rischi superiori rispetto ai benefici promessi, amplificando una discussione che ormai trascende il semplice campo medico e scientifico per confluire in questioni etiche e filosofiche di caratura storica e senza precedenti.