Vaccino covid e disturbi mestruali/ “30mila segnalazioni, casi da approfondire”

- Davide Giancristofaro Alberti

La dottoressa Victoria Male, esperta di riproduzione, sottolinea come vi siano state 30mila segnalazioni di donne che hanno denunciato disturbi mestruali dopo il vaccino covid

Gilberto Corbellini (LaPresse)

Un nuovo studio realizzato da una dottoressa inglese sta cercando di capire l’influenza del vaccino covid sui disturbi mestruali. Sono state infatti circa 30mila le segnalazioni nel Regno Unito di donne che dopo aver ricevuto il siero di Pfizer o AstraZeneca, hanno presentato cambiamenti nel ciclo mestruale. Il lavoro è stato realizzato da Victoria Male, docente di immunologia riproduttiva, e pubblicato sulla rivista scientifica Bmj, e secondo la stessa si tratta di “un collegamento è plausibile e dovrebbe essere studiato”.

Victoria Male, esperta del Dipartimento di Metabolismo, Digestione e Riproduzione dell’Imperial College London – Chelsea and Westminster Hospital Campus di Londra, ricorda come fra gli effetti collaterali del vaccino non vengano mai segnalate modifiche alle mestruazioni, come ad esempio l’interruzione del ciclo, ne emorragie vaginali, ma medici di base e agli esperti nel campo della salute riproduttiva “sono sempre più avvicinati da persone – scrive la Male, come riferisce l’Adnkronos – che hanno sperimentato questi eventi poco dopo”. Nella maggior parte dei casi il ritorno alla normalità avviene con il ciclo successivo “e, soprattutto – precisa l’esperta – non ci sono evidenze che la vaccinazione contro Covid-19 influisca negativamente sulla fertilità. Negli studi clinici le gravidanze indesiderate si sono verificate con tassi simili nei gruppi vaccinati e non vaccinati, e nelle cliniche di riproduzione assistita, le misure di fertilità e i tassi di gravidanza sono simili”.

VACCINO COVID E DISTURBI MESTRUALI: “UNA SOLIDA RICERCA PER SCACCIARE LE PAURE”

In ogni caso, secondo l’esperta: “Sono necessari approcci meglio attrezzati per confrontare i tassi di variazione mestruale nelle popolazioni vaccinate rispetto a quelle non vaccinate e il National Institutes of Health degli Stati Uniti ha messo a disposizione 1,67 milioni di dollari (1,4 milioni di euro) per incoraggiare questa importante ricerca”. I cambiamenti nelle mestruazioni sono stati segnalati sia dopo vaccini mRna che a vettore adenovirale “suggerendo che, se esiste una connessione, è probabile che sia il risultato della risposta immunitaria alla vaccinazione, piuttosto che di un componente specifico del vaccino”.

La Male ribadisce quindi l’importanza di uno studio approfondito anche per scacciare via delle false paure che serpeggiano in particolare fra le adolescenti: “Una solida ricerca su questa possibile reazione avversa rimane fondamentale per il successo complessivo del programma di vaccinazione. L’esitazione vaccinale tra le giovani donne è in gran parte guidata da false affermazioni secondo cui i vaccini Covid potrebbero danneggiare le loro possibilità di gravidanza futura. Non riuscire a indagare a fondo sui report relativi ai cambiamenti mestruali post iniezione rischia di alimentare queste paure. Se viene confermato un legame tra vaccinazione e ciclo alterato, queste informazioni sono particolarmente importanti per chi si affida alla capacità di prevedere i propri cicli mestruali per ottenere o evitare una gravidanza”.





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