Attorno al Polisorbato 80 si è aperto un caso in Spagna che è destinato ad arrivare anche in Italia. Nelle ultime ore infatti Blondet ha pubblicato sul suo sito un articolo su uno studio spagnolo che accende i riflettori su questa sostanza usata nel vaccino per l’influenza destinati agli over 65. L’ipotesi è che questo emulsionante entri in contrasto con i farmaci usati per curare i pazienti con Covid-19. Si parla di una sorta di “interferenza immunologica”, anche se non è stata dimostrata. Tale ricerca però non è stata pubblicata ancora, eppure è già diventata la nuova “arma” dei no-vax contro i vaccini, tanto che è dovuta intervenire l’immunologa Maria Montoya, membro della Società spagnola di immunologia, la quale ha spiegato che «non ci sono prove scientifiche» a sostegno della relazione tra vaccino anti influenza e l’infezione da Sars-CoV-2, che causa la malattia detta Covid-19. Inoltre, ha attaccato lo studio, spiegando a Ideal che «è pieno di imprecisioni e manca di rigore scientifico». L’esperta cita espressioni come «ipotesi», «casi possibili» e «meccanismo ipotetico». Inoltre, evidenzia l’assenza di una «analisi statistica dei dati, di criteri di selezione dei gruppi di studio, il riferimento al comitato etico che ha esaminato lo studio autorizzando l’uso dei dati dei pazienti». Ma secondo la dottoressa Maria Montoya manca «di una lunga lista di altri requisiti per essere considerato uno studio scientifico affidabile».
VACCINO INFLUENZA E COVID, STUDIO SPAGNOLO DIVENTA UN CASO
L’esperta quindi spera di spegnere sul nascere le illazioni sul Polisorbato 80. «È un documento speculativo, non fornisce alcun dato sperimentale che ne dimostri la pericolosità, come invece sembrava indicare nel titolo», ha proseguito ai microfoni del giornale Ideal. «I dati forniti non supportano le conclusioni. Non c’è nemmeno un’analisi dell’associazione delle variabili, lo studio potrebbe anche aver messo in relazione il colore dell’etichetta del farmaco con la malattia, per fare un esempio. La letteratura utilizzata è chiaramente difettosa. Ci sono a malapena un paio di citazioni a testi scientifici». I vaccini comunque sono composti da quattro componenti principali: un immunogeno, una parte dell’agente patogeno che serve a far sviluppare all’organismo gli anticorpi contro di esso, un adiuvante per aumentare la risposta immunitaria contro l’immunogeno, eccipienti per stabilizzare la formula, acqua o soluzione salina per facilitare l’iniezione. «Tutti i componenti dei vaccini, e di tutti i farmaci in generale, sono soggetti a severi controlli di sicurezza. Nel caso del polisorbato 80, è stato dimostrato che è molto sicuro alle dosi che vengono somministrate», ha aggiunto la dottoressa. Il timore è che notizie come questa creino confusione in un momento in cui la vaccinazione contro il virus dell’influenza è importante anche in chiave coronavirus, visto che così sarebbe più facilmente riconoscibile.
Sulla vicenda è intervenuto Juan Gaston, capo dipartimento di Farmacia dell’ospedale di Barbastro e autore dello studio controverso. Intervenuto ai microfoni del giornale Heraldo, ha precisato che lo studio che sta circolando sui social e tra i no-vax «non è aggiornato». Nel suo studio conclude che il Polisorbato 80, trovato nei vaccini antinfluenzali, aumenta di 4 volte il rischio di morte da coronavirus. «Ma voglio chiarire che i vaccini non sono messi in discussione, solo una sostanza dei vaccini, perché si sta facendo un uso fuorviante dello studio. In realtà ho altri dati con cui ho intenzione di aggiornarlo».