Francesco Vaia spegne l’allarme Covid attorno alla variante Delta. «I numeri sono assolutamente in decremento. Da più di un mese siamo a livelli di ricovero ordinario insignificanti, abbiamo 30 persone, invece 3-5 in terapia intensiva», ha dichiarato il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani ieri sera a Quarta Repubblica. I dati sono riferiti alla struttura che guida, ma parlano chiaro anche altri numeri. «La mortalità nel Regno Unito era dell’1,14%, ora dello 0,01% grazie alla campagna di vaccinazione estesa. Quindi, il vaccino funziona sull’ospedalizzazione e la mortalità». A proposito del contagio, i dati evidenziano che circa il 10% delle persone vaccinate si contagia, ma questo non vuol dire che i vaccini Covid non siano efficaci.
«Ci difendono dalla forma grave e dalla mortalità, ma nessuno ci può dare la certezza di non essere contagiati. La quasi totalità di casi ora sono tra non vaccinati o tra vaccinati con una unica dose». Quel che deve preoccuparci è la fascia di persone esitanti e confuse: «La comunicazione sbagliata ha disorientato l’opinione pubblica», ha osservato Vaia.
LA “STRIGLIATA” AI COLLEGHI
E di comunicazione sbagliata Francesco Vaia ha parlato anche a proposito dei virologi. «C’erano dei colleghi che a Pasqua, quando il governo aveva deciso di riaprire le scuole, hanno detto che la variante inglese avrebbe provocato un sacco di casi. Invece non è successo nulla di gravissimo. Non voglio dire che quella Delta non porterà nulla, ma credo nella medicina predittiva, non nella divinazione. Se io vaccino, limito la circolazione». A Quarta Repubblica ha rassicurato circa la variante Delta: «È una delle tante e probabilmente non sarà neppure l’ultima. È sbagliato usare le varianti come clava, come strumento per fare altre cose. Così come è sbagliato usare il Green pass come clava anziché come strumento premiale e di convincimento dei cittadini». A tal proposito è tornato all’attacco dei colleghi: «Molti hanno usato le varianti per spaventare, sicuramente in buona fede, ma non è stato positivo, perché abbiamo bisogno di essere forti. La depressione e la paura ci rendono deboli. Io sono convinto che il nemico è alle corde, dobbiamo dargli il colpo del ko».
VAIA CONTRO VACCINO AD UNDER 12
Per Francesco Vaia non ci dobbiamo preoccupare della variante Delta, il tema è un altro, quello relativo alla persistenza dell’immunità, «non se la variante buca il vaccino perché al 90% siamo protetti». Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani ha parlato anche delle fasce più giovani, per i quali il Covid «è statisticamente irrilevante». Ma è importante vaccinarli per creare un cortocircuito, visto che sono vettori inconsapevoli. A tal proposito, però, ha precisato a Quarta Repubblica: «La mia personale posizione è che sopra i 12-13 anni possiamo vaccinare, sotto no». Poi ha concluso il suo intervento parlando degli anticorpi monoclonali, perché c’è una importante novità. «Noi siamo in fase 2-3 sperimentale degli anticorpi monoclonali di seconda generazione, da somministrare a casa. E potranno essere somministrati non solo a fini terapeutici, cioè per guarire le persone nelle prime giornate della malattia evitando l’aggravamento, ma verranno usati quasi sicuramente anche a fini profilattici, anche con una immunità tra 6 e i 9 mesi. Questo strumento non sostituisce il vaccino, ma lo integra».