Il Ministro dell’Istruzione Valditara, in un’intervista rilasciata al quotidiano Libero, ha fatto il punto della situazione dopo l’avvio delle riforme in ambito scolastico, anticipando anche i nuovi percorsi formativi che verranno proposti in ambito sociale, come la sensibilizzazione sul tema del femminicidio, del bullismo e dell’educazione civica. Tra le novità, anche il ritorno del concetto di “maturità” che era stato abolito per quanto riguarda l’esame di Stato ma che ora si rende necessario rinnovare, anche per prevenire il fenomeno dei “Neet” ragazzi che non studiano e non lavorano e non hanno obiettivi per il futuro.
“Molti giovani danno l’impressione di avere già tutto, perdono il loro tempo sui social dedicandovi ore e ore, staccandosi dalla realtà“, dice Valditara, aggiungendo che l’abuso di questi strumenti aumenta anche l’aggressività. La responsabilità va data soprattutto ai genitori, che molto spesso sono troppo protettivi e “Si mettono sullo stesso piano dei figli” con il risultato di una mancata crescita e poca preparazione alle sfide, comprese quelle lavorative perchè non sono educati ad affrontare gli insuccessi.

Valditara: “Sotto i 15 anni andrebbero vietati i social, l’abuso aumenta l’aggressività”
La proposta di Valditara, per aumentare il livello di maturità dei giovani, passa anche attraverso una “rivoluzione culturale”, necessaria perchè ora è diffusa una mentalità che minimizza il concetto di responsabilità individuale e delegittima l’autorità. Un fenomeno preoccupante, per il quale accusa i genitori, specialmente quelli che contestano i provvedimenti scolastici, come ad esempio le sanzioni quando gli studenti danneggiano beni pubblici o hanno comportamenti violenti.
La stessa incapacità dei giovani di accettare un “no” e di riconoscere l’autorità e di accettare divieti che poi porta all’aumento di femminicidi e alle aggressioni, alimentate soprattutto dall’abuso dei social. Per questo il ministro sottolinea di voler andare nella direzione di altri paesi come Australia e Francia, che hanno già vietato ai minori di 15 anni di usare i social, una misura che, insieme al divieto di cellulare a scuola potrebbe stimolare maggiormente i ragazzi alla lettura e alla riflessione intellettuale.