È un’interessante riflessione che parte della definizione di cosa sia effettivamente l’Occidente per arrivare fino ai nuovi programmi scolastici che cercano di rimetterlo al centro del sistema scuola quella fatta dal ministro Giuseppe Valditara sulle pagine del Giornale partendo dall’appello della premier Giorgia Meloni a rendere nuovamente grande quell’Occidente spesso ignorato e messo da parte: secondo Valditara – infatti – l’Occidente altro non è che “un sistema di valori” che si basa sui concetti di “democrazia, libertà individuali, stato di diritto e laicità dello Stato“.
In tal senso, chi sostiene che l’Occidente sia spacciato secondo Valditara sbaglia profondamente perché ignora che una simile tesi comporterebbe il fatto che ad essere spacciate siano “la democrazia e la libertà”, ignorando che l’importanza della “nostra identità e della nostra storia”: proprio da qui – secondo il ministro – occorre “ripartire” per ridare valore ad un principio che va ben oltre la semplice “collocazione geografica” degli stati occidentali, superando una volta per tutta quella “narrazione” che vorrebbe farci “vergognare del nostro passato, della civiltà” dalla quale discendiamo.
Giuseppe Valditara: “I nuovi programmi scolastici servono a farci capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”
Passando al tema della scuola – e tenendo ovviamente a mente tutti questi aspetti appena citati – il ministro Giuseppe Valditara ci tiene a precisare che secondo lui è ora di superare tutte quella “pedagogie che pretendevano di marginalizzare le nostre radici culturali” riempiendo gli studenti di nozioni “che poco o nulla hanno a che fare con la nostra identità”: proprio in quella direzione vanno i nuovi programmi scolastici che ha proposto e promosso per sostituire quelli eccessivamente incentrati sulle “culture extra europee” che hanno messo da parte “Atene, Roma e il cristianesimo”.
“È fondamentale – spiega ancora Valditara – rimettere al centro la storia dell’Occidente”, passando per la conoscenza del latino che “ci aiuta a comprendere meglio la lingua italiana”, dall’epica classica, “dalla storia della musica (..) e della nostra arte” ed anche dalla conoscenza di alcuni passi “della Bibbia” che diventano un modo per “meglio comprendere le nostra basi culturali“: un progetto che a suo avviso è anche – e forse soprattutto – utile all’integrazione degli stranieri intesa come “vivere insieme, nella condivisione dei valori che fondano una comunità“.
Tutti questi – a suo dire fondamentali – aspetti, secondo Valditara dovrebbero diventare un vero e proprio must in tutta Europa per “compiere un salto di qualità” ed è proprio per questa ragione che “ho ricordato alla commissaria UE per l’istruzione Roxana Minzatu che dobbiamo valorizzare la conoscenza delle radici della civiltà europea” nel sistema scolastico ed è proprio in quest’ottica che vanno letti i nuovi programmi scolastici basati sulla valorizzazione di “ciò che sta a fondamento del nostro stile di vita” perché “senza identità non c’è possibilità di sapere chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare“.