L’ALLARME DI VANCE SULL’EUROPA
Gli Stati Uniti devono rafforzare i legami con l’Europa, ma la sovranità deve avere la priorità: a tracciare la linea è il vicepresidente Usa JD Vance in un’intervista a Fox News in cui si confronta con Laura Ingraham su diversi temi. Dalla posizione mutevole dell’America nei confronti dell’Europa all’escalation della crisi in Siria fino alle decisioni sulla politica estera.
Per quanto riguarda l’Europa, definita “la culla della civiltà occidentale“, Vance ha ammesso che ci sono disaccordi con i leader europei, ma i valori religiosi e culturali condivisi dovrebbero guidare le relazioni future. D’altra parte, è consapevole delle lotte interne in Europa e ha sottolineato anche l’incapacità di controllare i confini e la crescente restrizione alla libertà della parola, aspetto quest’ultimo su cui si dice preoccupato.
“E vediamo che stanno facendo alcune cose alle frontiere che non sono solo negative per i loro Paesi, ma in ultima analisi per noi“, ha dichiarato Vance, secondo cui il rispetto della propria sovranità non rappresenta per l’Europa un ostacolo alla sua partnership con gli Usa. “Troppi Paesi non sono in grado o non vogliono controllare i propri confini“. L’Ue, quindi, deve affrontare l’emergenza migranti: “L’Europa è minacciata da un suicidio di civiltà. Non sono in grado o non vogliono controllare i loro confini“. E quando i cittadini protestano, provano a limitare la loro libertà di parola.
L’EMERGENZA MIGRANTI E IL CASO GERMANIA
Il vicepresidente Usa ha espresso preoccupazione per le politiche europee di apertura delle frontiere e per le crescenti restrizioni dei diritti dei cittadini, definendole un problema serio per il futuro dei Paesi europei. A tal proposito, ha citato il caso Germania: “Se c’è un Paese come la Germania e arrivano migranti da altri Paesi che sono completamente incompatibili con la Germania, si suiciderà. Spero che questo non accada, perché amo la Germania e voglio che prosperi“.
Un esempio non casuale, ma che fa riferimento alla crisi del 2015, quando ci fu un massiccio afflusso di migranti da Nord Africa, Medio Oriente e Asia meridionale. L’Ue non era preparata a quella portata dell’immigrazione e la politica delle “porte aperte” dell’allora cancelliera tedesca Angela Merkel portò all’ingresso di oltre un milione di rifugiati solo in Germania.
“DAZI? UE NON CI TRATTA DA ALLEATI”
Delicato è pure il tema dazi, su cui difende la linea Trump: “Renderemo l’economia più forte nel lungo periodo e questo è l’obiettivo finale del Presidente. Naturalmente ci preoccupiamo della sicurezza europea, ma non ci trattano come un alleato quando si tratta di economia. In realtà, colpiscono i consumatori e i lavoratori americani“. Vance ha, quindi, accusato l’Ue di aver imposto “tariffe ridicole” sui prodotti americani, ma ora sono pronti a reagire economicamente. “Per la prima volta in 40 anni abbiamo qualcuno che difende l’America“.
Il vicepresidente Usa ha affermato che alcune industrie si muoveranno rapidamente per riattrezzare la loro produzione, ma che alcune industrie “impiegheranno un po’ di tempo” per riorganizzare le loro catene di approvvigionamento. “Non possiamo gestire un’economia in cui gli americani prendono in prestito, si indebitano per far sì che altri producano per noi, ma dobbiamo tornare a produrre in America“.
LA NUOVA CRISI SIRIANA
Ma JD Vance è preoccupato anche per le notizie dei massacri in Siria contro cristiani e altre minoranze. “Non vogliamo vedere un’altra comunità cristiana cancellata dalla faccia della terra“, ha dichiarato a Fox News. Il vicepresidente americano ha escluso l’intervento militare, sottolineando che si stanno perseguendo misure diplomatiche ed economiche per proteggere le popolazioni vulnerabili.
Non è mancato un riferimento da parte di Vance all’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, precisando che i suoi interventi non erano stati pianificati e che il presidente ha apprezzato il suo contributo, negando che lo abbiano infastidito. “Il presidente, quello che cerco di fare è, ovviamente, lui è il presidente. Io sono il vicepresidente. Cerco di essere rispettoso. Ma riconosco anche che a volte il Presidente vuole che io dica qualcosa“.