DI COSA HANNO PARLATO VANCE PAROLIN IN VATICANO
Un incontro cordiale quello tra il vicepresidente Usa JD Vance, il numero due del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e l’arcivescovo Paul Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati. Lo si evince dalle foto diffuse dal Vaticano dopo l’incontro di questa mattina, in cui appaiono sorridenti, ma la Santa Sede ha ribadito le buone relazioni con gli Stati Uniti, auspicando una serena collaborazione con la Chiesa cattolica americana, e rivelato i temi affrontati nel colloqui a Palazzo Apostolico, a partire dai conflitti, con approfondimenti anche su migranti e libertà religiosa.
Infatti, le parti hanno ribadito il loro impegno alla protezione non solo del diritto alla libertà religiosa, ma anche a quella di coscienza. Per quanto riguarda la situazione internazionale, c’è stato uno scambio riguardo le guerre in corso, le tensioni politiche e le complesse situazioni a livello umanitario, con attenzione particolare alla questione migranti, rifugiati e prigionieri. Vatican News ha fatto riferimento anche ad altre questioni di interesse comune, senza però fornire ulteriori dettagli.
“DISCUSSIONI ANCHE SULLA COMUNE FEDE RELIGIOSA”
JD Vance non ha incontrato Papa Francesco, che ha drasticamente ridotto i suoi impegni ufficiali per la sua convalescenza dalla polmonite che lo ha colpito nei mesi scorsi. L’ufficio del vice di Donald Trump ha fatto sapere che Vance e Parolin “hanno discusso della loro comune fede religiosa, del cattolicesimo negli Stati Uniti, della difficile situazione delle comunità cristiane perseguitate in tutto il mondo e dell’impegno del presidente Trump per il ripristino della pace nel mondo“.
Stando a quanto riportato dal Washington Post, il Vaticano ha un atteggiamento prudente nei confronti dell’amministrazione Trump: vuole mantenere le relazioni produttive, in linea con la sua tradizione di neutralità diplomatica, ma in passato non ha nascosto i suoi timori per i provvedimenti sui migranti e i tagli agli aiuti internazionali, insistendo poi sulla ricerca di soluzioni pacifiche per le guerre in Ucraina e a Gaza.
Inoltre, per il quotidiano americano con “serena collaborazione” il Vaticano farebbe riferimento all’affermazione di Vance secondo cui la Conferenza episcopale statunitense stava reinsediando “immigrati illegali” per ottenere finanziamenti federali, parole a cui i cardinali americani di alto rango si sono opposti fermamente.
PERCHÈ L’INCONTRO VANCE PAROLIN È IMPORTANTE
Sull’incontro Vance Parolin si è soffermato anche Newsweek, spiegando anche le ragioni per le quali è importante. In primis, si tratta del primo colloquio di persona tra un rappresentante della Santa Sede con uno della seconda presidenza Trump, peraltro in un periodo di tensioni tra i leader della Chiesa cattolica e l’amministrazione Trump. Infatti, prima del ricovero in ospedale, Papa Francesco aveva criticato la politica migratoria del tycoon ed espresso preoccupazione per i tagli all’USAID imposti da gennaio, inoltre l’anno scorso aveva scatenato l’ira dei repubblicani per aver definito “folle” la decisione degli Usa di chiudere le frontiere ai migranti.
Prima dell’incontro, Parolin aveva dichiarato al quotidiano La Repubblica che l’amministrazione Usa “è molto diversa” da quella a cui era abituata e su cui l’Occidente aveva fatto affidamento, mentre per quanto riguarda le manovre per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina, Parolin aveva affermato che il Vaticano sostiene la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e che spetta agli stessi ucraini decidere cosa sono disposti a negoziare.